Titolo geniale
Cari compagni e amici, complimenti per la prima pagina di ieri “Precetto la qualunque”, altro geniale titolo insieme a “il Pastore tedesco”. Buon Lavoro.
Pietro Antonicelli
Sul ricordo di Wael Zuaiter
I bellissimi ricordi che Tommaso Di Francesco su Alias e Luciana Castellina su questo giornale, hanno dedicato a Wael Zuaiter assassinato da agenti israeliani nel 1972 su preciso comando di Golda Meir, mi hanno fatto venire in mente l’occasione nella quale incontrai l’intellettuale palestinese. Fu a Milano, sul finire degli anni sessanta, anche se non ricordo la data precisa. Noi del Movimento studentesco milanese (della Statale si diceva allora) fummo tra i primi a scendere in piazza in sostegno alla causa palestinese. Ne sapevamo ben poco, ma capivamo che la parte giusta era quella. Non conoscevamo neppure i colori della bandiera palestinese e quando si trattò di organizzare la prima manifestazione ce la inventammo, decidendo che fosse di colore verde. Così sfilammo per Milano, sventolando bandiere rosse e verdi. Non molto tempo dopo ricevemmo una visita tanto inattesa quanto gradita. Era Wael Zuaiter. Tra riunioni e qualche cena, Wael, oltre a descriverci i colori giusti della bandiera del suo popolo (ma nel frattempo ci eravamo già informati), ci raccontò la storia della Palestina. Aveva una voce dolce e calma. E occhi vivissimi. Non li abbiamo mai dimenticati. Allora, tra noi, non succedeva di mostrare in pubblico i segni di una nostra commozione. Ma, quando venimmo a sapere del suo assassinio, nessuno riuscì a trattenere le lacrime.
Alfonso Gianni
Wael, che non conoscevo
Cari compagni, sappiate che il vostro articolo su Wael Zuaiter, figura che non conoscevo, mi ha commosso fino alle lacrime. Con affetto ?
Sergio Orrao
Wael, la sua uccisione uno spartiacque
Cari amici del Manifesto, vorrei ringraziare Tommaso Di Francesco e la grande Luciana Castellina per aver rievocato sulle pagine del giornale la figura e la tragica fine di Wael Zuaiter. 50 anni fa vivevo e lavoravo a Roma, precariamente, dopo una laurea che non mi prospettava certamente un futuro radioso. Ricordo perfettamente lo stupore ed anche l’angoscia che provai leggendo sulle pagine di quello che era forse il giornale più diffuso allora tra la sinistra romana, il “Paese Sera”, la notizia di quella spietata esecuzione. È pur vero che in quei giorni eravamo ancora scioccati dai tragici avvenimenti delle Olimpiadi di Monaco, ma eravamo, ero, ben lontano da immaginare che quella violenza che sembrava avvenire altrove, arrivasse a irrompere nella vita quotidiana della nostra città. Dopo fu per me tutto diverso, nel senso che fui costretto a rivedere le narrazioni sulla realtà di Israele e sulla sua politica nei confronti dei palestinesi, narrazioni che fino ad allora mi venivano dai miei parenti che vivevano in kibbutz e che naturalmente fornivano una immagine di Israele come una società giovane risultato di un lavoro e di una passione entusiasmanti. Sono trascorsi tantissimi anni, sono avvenuti in quelle terre tormentate innumerevoli tragici episodi fino ai massacri spaventosi che viviamo tuttora, ma per me la morte del mite intellettuale palestinese amante dell’Italia, costituisce ancora adesso uno spartiacque culturale ed un momento di presa di coscienza di una realtà che impone inevitabilmente di schierarsi dalla parte degli oppressi e non degli oppressori.
Un caro saluto.
Marcello Gidoni Ancona
Salvini punta a dividere
Caro manifesto, il ministro Salvini ha osato intervenire contro le modalità dello sciopero di ieri. Ha cercato di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, in particolare gli autisti del servizio pubblico rispetto ai passeggeri. Inoltre, è palese l’attacco contro le organizzazioni sindacali Cgil-Uil ...Ma ha mai letto l’art. 40 della Costituzione e l’art. 28 dello Statuto dei lavoratori che garantiscono lo sciopero quale esercizio di un diritto fondamentale? O ha nostalgia dell’Italia monarchica e fascista ? Ha minacciato precettazioni e sanzioni e mi auguro che sia chiamato a rispondere per attività antisindacale. Il diritto di sciopero non si tocca, tantomeno da parte di un ministro che ha giurato di rispettare la Costituzione italiana.
Liliana Frascati
Il "premierato" autoritario
Di fronte alla proposta di legge "costituzionale" del centrodestra del " premierato" , le opposizioni dovrebbero allearsi per ribadire, come per il salario minimo , il no al premierato (...). È una deriva autoritaria che l’Italia , per la sua storia politica, in cui anche il Parlamento conta, non deve avallare. Dai liberali all’Alleanza Verdi Sinistra non possiamo accettare tale deriva e insieme a temi come difesa dell’ambiente, della sanità pubblica, del salario e delle pensioni - anche la misera di invalidità che tanto aveva promesso Meloni di aumentare -, non dobbiamo avere indugi nell’unirci e fare fronte comune.
Matteo Santato