Un vero e proprio terremoto ha segnato la sera di domenica il risultato del voto dei militanti di Syriza per il nuovo leader del partito. Al primo posto con il 45,47% si è piazzato l’outsider Stefanos Kasselakis. Al secondo posto con una differenza di quasi dieci punti percentuali (36,21) l’altra favorita dai sondaggi: l’ex ministra Efi Achtsioglou. Poca la distanza tra gli altri due candidati con Euclides Tsakalotos all’8,4% e Nikos Pappas all’8.64%. All’ultimo posto con solo l’1,28%, come era prevedibile, Stefanos Tzoumakas, un dirigente grintoso e capace che deve la sua scarsa popolarità al fatto che proviene dall’ala sinistra del partito socialista Pasok, da tempo ormai in decadenza.
Impressionante e di buon augurio anche il massiccio afflusso dei militanti di Syriza a queste elezioni. Mentre i sondaggisti greci prevedevano che i votanti non avrebbero superato il numero di 60 o 70 mila, alla fine si sono recati alle urne circa 146 mila cittadini, quasi lo stesso numero di coloro che nel 2022 erano corsi a votare in favore della leadership di Tsipras. È un indice che il popolo della sinistra ha recepito il messaggio lanciato da Tsipras con le sue dimissioni dopo la doppia sconfitta elettorale e si è impegnato a gettare le basi di un’alternativa di governo alla destra distruttiva di Mitsotakis. C’è da segnalare che Nuova Democrazia e altri gruppi di destra hanno tentato di infiltrarsi tra gli elettori. Nella città di Volos ha cercato di avvicinarsi all’urna un noto sostenitore dei colonnelli ed ex collaboratore del padre di Mitsotakis, ma è stato bloccato in tempo. Lo stesso è successo anche in molti seggi, in particolare nel nord del paese, con giovani e meno giovani notoriamente di estrema destra che si spacciavano per elettori di Syriza per infiltrarsi e condizionare il voto. Ma ci sono stati anche coloro che si sono spostati da destra a sinistra in extremis. A Patrasso, per esempio, l’ex sindaco Floratos, sostenitore da sempre di Nuova Democrazia, si è iscritto regolarmente a Syriza ed ha gettato il suo voto nell’urna.
Anche il voto a favore di un candidato fino a ieri sconosciuto ma giovane e innovativo conferma questa spinta dell’elettorato di sinistra. Domenica prossima si svolgerà il secondo turno elettorale in cui i militanti di Syriza (solo quelli già tesserati perché domenica prossima non ci saranno iscrizioni all’ultimo momento) dovranno scegliere tra il giovane “americano” e la brillante ex ministra che ha condotto una campagna preelettorale piena di idee innovative con l’occhio costantemente rivolto verso una società confusa, divisa e disperata.
Alla vigilia delle elezioni alcuni gruppi, per fortuna ridotti e isolati, dichiaravano urbi ed orbi che se avesse vinto Kasselakis avrebbero provocato una scissione di Syriza. Ieri non si sono fatti sentire, forse perché il risultato è talmente netto che c’è ben poco da scindere. Tutti e due i candidati del voto finale sono stati scelti e premiati perché hanno lanciato un messaggio di rinnovamento e di responsabilità. Sia Kasselakis che Achtsioglou hanno insistito molto sull’insegnamento dell’esperienza di Tsipras: non solo non temere ma insistere sulla vocazione governativa di Syriza, perché questa è l’unica speranza di liberarsi dall’inferno neoliberista. Kasselakis ha anche richiamato esplicitamente l’esperienza del governo socialista di Andreas Papandreou, il primo governo progressista e democratico dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Achtsioglou ha preferito seguire l’esempio di Tsipras che ha riproposto molte delle misure in favore degli strati popolari adottate a suo tempo dal fondatore del Pasok ma senza citarlo.
Domenica alcuni presunti giornalisti televisivi hanno chiesto per chi ha votato anche a Tsipras. «Oggi parla la base di Syriza. Parlano le migliaia di membri di Syriza che affluiscono in massa verso le urne. Sono anche io presente insieme con loro, per smentire quelli di voi che si sono affrettati a decretare che Syriza è assente», è stata la sua risposta.