INTERNAZIONALE

Caccia ai minerali, il conflitto Usa-Cina si trasferisce nello spazio

ECCO IL PROGRAMMA SPAZIALE CINESE, IL SECONDO PIÙ GRANDE AL MONDO DOPO QUELLO AMERICANO
PIERGIORGIO PESCALIcina

Xi Jinping ha più volte affermato che la ricerca spaziale è una delle priorità del governo per garantire alla Cina un posto di primo piano nella futura competizione mondiale. In ogni rapporto ufficiale riferito al programma spaziale della Repubblica popolare viene sempre citata una sua frase del gennaio 2022: «Esplorare la vastità del cosmo e sviluppare l’industria spaziale per rendere la Cina una potenza spaziale, è sempre stato il nostro eterno sogno».
Recentemente la China National Space Administration (Cnsa) ha svelato l’agenda che intende seguire. Dopo che nel 2011 gli Stati Uniti hanno negato a Pechino la partecipazione alla Stazione spaziale internazionale e proibito ogni collaborazione tra la Nasa e la Cnsa, la Cina ha intrapreso una propria via nell’esplorazione dello spazio e ha anche accelerato la ricerca. Il Paese asiatico è oggi la seconda nazione al mondo dopo gli Stati uniti nella spesa spaziale. Sebbene la disparità tecnologica, scientifica ed economica tra le due nazioni sia ancora a favore degli Usa, i quali spendono 62 miliardi di dollari rispetto ai 12 della Cina, da quando Xi Jinping è segretario del Pcc i progressi cinesi si sono fatti incalzanti.
Oltre al proseguimento dell’assemblaggio della Tiangong, la stazione spaziale cinese, i traguardi più immediati riguarderanno il programma dell’esplorazione lunare Chang’e e il proseguimento della missione marziana Tianwen.
Il programma Chang’e, iniziato nel 2004, vanta cinque missioni al suo attivo l’ultima delle quali si è conclusa il 17 dicembre 2020 portando sulla terra 1.731 grammi di suolo lunare. Dopo le analisi, il 9 settembre 2022 i geologi di Pechino hanno annunciato di aver scoperto un nuovo minerale, battezzato changesite-(Y), il sesto stato individuato sino ad oggi dalle missioni lunari di Usa, Russia e Cina.
Oggi la Cina prevede altre tre missioni Chang’e a cui seguirà la fondazione dell’Ilrs (International Lunar Research Station), una stazione lunare robotica in via di sviluppo assieme alla Roscosmos russa. La prima di queste tre missioni, la Chang’e 6, prevede l’allunaggio nel bacino Aitken, nel polo sud lunare, un’area particolarmente ricca di materie prime preziose, nella faccia nascosta della Luna. È la stessa zona scelta anche dalla Nasa per la missione Artemis III che riporterà il genere umano sulla Luna per costruirvi una base spaziale. La possibile sovrapposizione delle aree di ispezione lunari ha già generato attriti tra Cina e Usa, e la mancanza di una legislazione spaziale in materia rischia di aggravare le relazioni tra Washington e Pechino sulla Terra. A differenza di quella cinese, che ha scelto solo dieci punti su pochi chilometri quadrati, la Nasa ha allargato la possibilità di atterraggio e sviluppo della propria base lunare su tredici aree vaste diverse centinaia di chilometri quadrati.
La missione di Chang’e 6, che sostanzialmente ripeterà gli obiettivi della precedente Chang’e 5 nel riportare sulla terra campioni di suolo lunare, è prevista tra il 2024 e il 2025, ma il modulo cinese porterà anche strumentazioni prodotte anche da Italia, Francia e Svezia. Successivamente verrà lanciata la missione Chang’e 7 che, dopo aver portato sull’orbita lunare il satellite per telecomunicazioni Quiqiao-2, nel 2027 allunerà lasciando sul nostro satellite un hopper e due rover, di cui uno appartenente agli Emirati arabi uniti sulla base dell’accordo firmato con la Cnsa il 16 settembre 2022. Gli Emirati arabi saranno quindi il primo Paese ad avere accordi sia con la Nasa che con la cnsa per partecipare alle due missioni lunari sino ad oggi previste, l’Artemis III e la Chang’e 7.
Infine, la missione Chang’e 8, prevista per il 2030 e ancora in una fase preliminare, avrà lo scopo di studiare e identificare un eventuale sfruttamento delle risorse lunari e di iniziare la costruzione di una base lunare cinese utilizzando la tecnica della stampante 3D.
La Cina stima che sulla Luna vi siano almeno un milione di tonnellate di elio-3 (sulla Terra le riserve ammontano a 15-20 tonnellate) oltre che grandi quantità di terre rare. Nonostante l’interesse per l’elio-3 lunare, isotopo che potrebbe essere utilizzato nella fusione nucleare, sia aumentato nel corso degli ultimi decenni, la sua estrazione dai minerali di regolite (lo strato superficiale del suolo lunare) non è ritenuta ancora fattibile: per ricavare un solo grammo di elio-3 occorrerebbe processare 150 tonnellate di regolite che devono essere estratte sulla Luna e trasportate sulla Terra a costi ancora proibitivi.
La missione Ilrs, che si svilupperà unendo le missioni Chang’e con quelle russe Luna, è prevista per la seconda metà del prossimo decennio e organizzerà un avamposto robotico con la prospettiva di inviare, in un secondo periodo, anche astronauti. L’invasione russa all’Ucraina ha però messo in discussione l’avanzamento del progetto.
Più ad ampio respiro è la missione Tianwen che il 14 maggio 2021 ha portato il primo rover cinese su Marte. Il secondo appuntamento è fissato per il 2025, quando la sonda Tianwen-2 partirà alla volta di una cometa e di un asteroide riportando sulla Terra campioni prelevati da quest’ultimo. Tianwen-3 sarà il prosieguo della missione cinese su Marte che il 14 maggio 2021 è atterrata sul pianeta iniziando a prelevare campioni dalla superficie e riportarli sulla Terra. Tianwen-4, infine, sarà la missione più ambiziosa del programma con destinazione Urano. Nulla è deciso sulla data di partenza.

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