SOCIETA

Italia, Egitto, Libia: tutti uniti intorno al gas

IL VERTICE ROMANO
REDAZIONEitalia/egitto/libia

Martedì a Roma l’Italia ha ospitato il vertice a tre con Libia ed Egitto, intorno alla questione cuore dei rapporti trilaterali e la ragione delle scelte di politica estera che da anni caratterizzano ogni governo guidi il nostro paese: il gas. «L’energia per l’Italia e per l’Ue» il nome dell’evento, con il dichiarato obiettivo di fare di Roma l’hub energetico nel Mediterraneo. Con la partecipazione dei due paesi nordafricani, detentori di imponenti risorse di petrolio e gas naturale. E pure di instabilità interne in cui l’Europa gioca un ruolo attivo: da una parte la Libia, spaccata in due autorità «ufficiali» e una galassia di autorità «ufficiose» dopo la guerra Nato del 2011; dall’altra l’Egitto di al-Sisi, responsabile di una crisi economica con pochi precedenti e una repressione che imbavaglia ogni dissenso interno.
Poco importa, gli affari vengono prima. Lo ha ricordato il ministro degli esteri Tajani, che in tale veste ha già fatto visita al presidente egiziano al-Sisi come tanti suoi predecessori non interessato a interrompere i rapporti con uno dei peggiori autoritarismi della regione: «Puntiamo a promuovere a livello europeo il trasporto e lo stoccaggio di anidride carbonica lungo la dorsale che dall’Africa attraversa l’Italia e arriva in Austria e in Germania». «La Libia appoggia e sostiene il progetto dell’Italia», il commento dell’ambasciatore di Tripoli a Roma, Muhand Younes, che ha ricordato i «grandi investimenti» di Eni nel paese. Lodi al cane a sei zampe anche dall’ambasciatore egiziano Bassam Rady: «Senza la scoperta di Zohr, il più grande giacimento del Mediterraneo orientale, avremmo sofferto molto a causa della crisi Russia-Ucraina».

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