VISIONI

Victor Erice, una lettera aperta attacca Frémaux

SPAGNA
REDAZIONEspagna/francia/cannes

«Ho scoperto il destino di Close Your Eyes dalla conferenza stampa ufficiale la mattina del 13 aprile». Recita così un passaggio della lettera aperta di Victor Erice, pubblicata da «El País», in cui il regista spiega perché ha deciso di non essere a Cannes per presentare il suo film, fino all’ultimo in forse per il concorso ufficiale. L’autore spagnolo attacca il direttore Thierry Frémaux per la mancanza di dialogo e di trasparenza in merito alla collocazione del film - il suo ritorno sulle scene dopo oltre trent’anni - circostanza che gli ha impedito di prendere in considerazione altre strade. In risposta ad un articolo apparso sul giornale, intitolato Il concorso di Cannes non vuole la Spagna, il regista ha innanzitutto voluto smentire la versione del festival, ovvero che non era stato possibile inserire il film in concorso perché arrivato troppo tardi ai selezionatori.
«CLOSE YOUR EYES è stato inviato al Comitato di Selezione del Festival di Cannes il 24 marzo, in un QuickTime che includeva il montaggio finale del film. Anche se senza le ultime correzioni di luce, dava un resoconto attendibile non solo dell'esistenza dell'opera, ma della sua entità cinematografica. Una procedura abbastanza comune utilizzata dai produttori in queste circostanze. Più di uno potrebbe chiedersi: se il film era pronto per essere proiettato nella sezione Cannes Première, perché non era pronto per essere presentato in concorso?». Ma, spiega poi Erice, l’intento della sua lettera non è quello di rivendicare un posto nella selezione principale. Il punto è che il film ha ricevuto poi un’altra offerta: «Aprire la Quinzaine, in una sessione speciale.
Un evento che nelle precedenti edizioni è stato offerto a registi affermati, come Francis Ford Coppola. Ho scritto subito a Thierry Frémaux per chiedergli di avvisarmi per tempo se Close Your Eyes non fosse stato selezionato, in modo che potessi prendere in considerazione le altre opzioni che venivano offerte al film. A Cannes e fuori Cannes (Festival di Locarno o Mostra di Venezia). Ma in quell'attesa Frémaux non ha mai dato segni di vita». E qui subentra l’amarezza di Erice: «La cosa naturale sarebbe stata il dialogo e la consultazione. Cioè, la considerazione dell'altro. È proprio quello che mi è mancato».

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