INTERNAZIONALE

BREVI & BREVISSIME

REDAZIONE ESTERI ARABIA SAUDITA/ Qatif/iraq/Baghdad

Il boia di Riyadh uccide tre detenuti all’insaputa di tutti
Venti giorni fa l’Onu ha sollevato il caso di tre sauditi condannati a morte per essersi opposti alla mega-città di Neom. Si teme saranno giustiziati presto. Nessuno sapeva invece dell’esecuzione, compiuta ieri, di altri tre sauditi della regione orientale e sciita di Qatif, ampiamente repressa: Hassan bin Issa al-Muhanna, Haidar bin Hassan Muwais e Mohammed bin Ibrahim Muwais erano accusati dalla monarchia sunnita di terrorismo al servizio di nazioni straniere. «Il governo saudita non aveva dato notizia del loro arresto, del processo e della condanna», ha detto l’ong euro saudita Esohr. Sono 35 le condanne a morte eseguite nel 2023 in Arabia saudita; 63 prigionieri (nove minori) attendono nel braccio della morte. In molti casi l’accusa di terrorismo nasconde la repressione di voci critiche e dissidenti.

Iraq, Baghdad apre al dialogo con il campo Makhmour
Ieri l’esercito iracheno ha fatto un mezzo passo indietro rimuovendo i mezzi da lavoro e il filo spinato con cui aveva circondato il campo profughi curdo di Makhmour. Atto, in risposta alla resistenza dei residenti, a cui seguiranno ora negoziati tra rappresentanti del campo e il governo di Baghdad. A supervisionarli sarà l’Onu (Makhmour è sotto l’egida dell’Unhcr): per la prima volta dal 2014 una delegazione delle Nazioni unite è entrata ieri nel campo rifugiati per gestire il dialogo.

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