ECONOMIA

Salute mentale a scuola: dopo gli annunci, il nulla

LA CAMPAGNA «CHIEDIMI COME STO»
LUCIANA CIMINOITALIA

Dopo gli annunci, il nulla. Come nel caso dei fondi per gli affitti agli studenti, prima promossi poi scomparsi con tutto l’emendamento, anche sulla questione dei presidi per la salute mentale nelle scuole, il governo cincischia. Ieri mattina l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi sono tornati in presidio sotto il Ministero della Salute per chiedere di calendarizzare la loro proposta di legge, depositata sia alla Camera che al Senato a marzo scorso da Pd, M5S e Avs (Alleanza Verdi Sinistra). La pdl è frutto di un percorso cominciato un anno fa, a seguito dei risultati di una indagine sul disagio mentale a scuola e università, «Chiedimi come sto», realizzata con la Spi- Cgil e Ires (Istituto Ricerche Economiche e Sociali).
«I dati parlano chiaro: la nostra generazione non sta bene, servono delle misure di risposta tempestive - spiegano dalla Rete degli Studenti Medi - Abbiamo immaginato una proposta di legge che prevede l’introduzione di sportelli di assistenza psicologica in ogni scuola e università, gestiti da un team multidisciplinare di esperti, affiancati da corsi di educazione alla salute e al benessere psicologico». Per l’attuazione della legge è prevista una spesa di 30 milioni di euro per il 2023 e 60 milioni ogni anno a partire dal 2024. La pdl, composta da 4 articoli, prevede anche l’adozione da parte del Ministero della Salute di linee guida specifiche per gli sportelli, così da assicurare un’erogazione dei servizi uniforme. «Siamo arrivati a un primo passo importante, ma non basta: chiediamo che l’intero arco parlamentare si faccia carico delle esigenze di un’intera generazione», dicono le studentesse e gli studenti, ma nessuno dei partiti della coalizione di governo sembra aver raccolto la proposta. «Abbiamo registrato un attivismo parlamentare trasversale sul tema ma, almeno sul fronte della maggioranza, sembra non essere seguito anche da un investimento materiale, hanno anche tagliato dell’80% il finanziamento per il bonus psicologico», ha commentato la deputata del Pd Rachele Scarpa, presente al presidio, che ha poi sottolineato «il ruolo determinante delle organizzazioni studentesche nel lanciare l’allarme e la mobilitazione sia su questa questione che sul caro affitti». «Stare bene è una necessità collettiva, che però oggi, come confermato dai fatti di cronaca che nell’ultimo mese hanno interessato proprio la comunità universitaria, non è garantita. Non c’è più tempo: è ora di approvare la nostra legge», ha detto Paolo Notarnicola, dell’Unione degli Universitari.
«Questo è solo il primo dei tanti presidi che organizzeremo per chiedere di approvare la nostra legge, un primo passo importante per dare delle risposte concrete a chi non sta bene in questo Paese, e per rendere le scuole e università degli ambienti davvero sicuri», ha aggiunto Camilla Velotta, della Rete degli Studenti Medi. «"È ora di stare bene" non è solo lo slogan con il quale scenderemo in piazza, ma è una richiesta di attenzione che facciamo a tutto l’arco parlamentare».

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