SOCIETA

«Dal governo solo un bluff», la protesta delle tende cresce

Studenti accampati anche a Venezia e da lunedì a TrentoOccupazioni e flashmob a Bologna, Perugia, Padova e Napoli
GIANSANDRO MERLIITALIA

La «protesta delle tende» si allarga ad altre città. Dopo Milano, Roma, Torino, Bologna e Cagliari gli universitari si sono accampati anche a Venezia e sono pronti a farlo a Trento. Flashmob e proteste a Perugia, Padova e Pavia. Oggi a Napoli. Intanto da nord a sud si moltiplicano gli incontri con enti locali e amministratori, mentre i rappresentanti politici dell’opposizione esprimono solidarietà ai ragazzi schiacciati dal caro affitti.
SUL FRONTE DEL GOVERNO dopo il botta risposta tra la ministra dell’Università e ricerca Anna Maria Bernini (Forza Italia) e l’omologo all’Istruzione Giuseppe Valditara (Lega), «un errore le polemiche con i Comuni» ha detto la forzista, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera allo stanziamento dei 660 milioni di euro del Pnrr per trovare nuovi posti letto. Provvedimento che non convince gli studenti perché andrà a sostenere il Fondo housing universitario destinato ai privati. La legge 338 del 2000 consente allo Stato di finanziare enti privati per la costruzione di studentati. Con il Pnrr il sostegno pubblico sale dal 50% al 75% e scompare il numero minimo di posti da destinare agli universitari in graduatoria per il diritto allo studio, che era uno su cinque (ne ha scritto Sarah Gainsforth sul manifesto di martedì). Tra l’altro in queste strutture private non esistono tetti ai prezzi e in alcuni casi gli studenti sono perfino allontanati, durante la stagione estiva, per far spazio ai turisti. Come avviene a Venezia.
«QUI PRATICAMENTE non esistono residenze pubbliche. I pochi posti disponibili per il diritto allo studio sono in quelle private gestite da Camplus, DoveVivo e Campus X. Nel primo chi non ha la borsa paga da 700 a 900 euro per una singola, 550 una doppia», dice Marco Dario, dell’Unione degli universitari (Udu) della città lagunare. Si è iscritto a Storia nel 2021. «Ma non sono ancora riuscito a trovare casa. Chiedono affitti troppo alti. Così faccio il pendolare da Padova», continua. Ieri ha aperto una delle tende piazzate davanti alla Ca’ Foscari e alla Iuav. Da queste parti la situazione è drammatica anche a causa delle case sottratte al mercato ordinario per destinarle agli affitti brevi per i turisti. Senza alcuna regolamentazione.
A TRENTO le tende sono attese per lunedì, annunciano gli studenti. «Tra prima e seconda ondata di Covid-19 i prezzi si sono impennati. Molte case rimaste sfitte durante la pandemia sono diventate B&B. Io pago 350 euro in singola, con le utenze si arriva a 400. Ma rispetto a molti altri mi è andata bene», dice Luca Pistore, dell’Udu della città trentina. Ha 23 anni, studia giurisprudenza e lavora saltuariamente come rider o cameriere. Ha vinto la borsa di studio: «Circa 6mila euro l’anno, ma la seconda rata è arrivata con molti mesi di ritardo. Non è stato facile», afferma. Parteciperà a un tavolo con amministrazione comunale, Unione inquilini e studenti che ha l’obiettivo di ridurre la tassa Imis per chi affitta a canone concordato.
A BOLOGNA il Collettivo universitario autonomo (Cua) ha occupato ieri la ex facoltà di lettere al 38 di via Zamboni. Gli studenti di Cambiare rotta avevano messo le tende sotto i portici il giorno precedente. Quelli del collettivo Luna rilanciano la proposta di usare caserme sfitte e aree dismesse, avanzata anche dal sindaco Matteo Lepore (Pd). «Ci siamo portati avanti e nei giorni scorsi abbiamo occupato quattro case dell’ex caserma Masini. Il 2 giugno lanciamo un’apertura pubblica dello spazio», afferma Luca Tonini, 22 anni, studente di Scienze politiche. «Solo a Bologna ci sono 4mila alloggi per affitti brevi su AirBnB contro i 3.600 posti letto in studentato per universitari in tutta l’Emilia-Romagna - attacca Valentina Novia, coordinatrice di Link Bologna - Il prezzo medio di una singola è 447 euro al mese. Il mercato è insostenibile».
A MILANO si sono incontrati il sindaco Beppe Sala, gli assessori comunali e regionali competenti, i rettori delle università e alcuni rappresentanti studenteschi. Presente anche Ilaria Lamera, la studentessa del Politecnico che ha lanciato la protesta una settimana fa. All’uscita ha dichiarato: «Le proposte venute fuori dall’incontro sono buone, ora servirà l’aiuto del governo. Io per il momento sono soddisfatta ma ci dovremo confrontare con gli altri studenti. La questione non è solo milanese, è nazionale».
IN PIEMONTE l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario si è detto disposto a dialogare con gli studenti. Analogo appuntamento è in programma il 18 maggio alla Sapienza di Roma. Saranno presenti ateneo, regione e universitari. «Dopo quattro giorni di presidio abbiamo ottenuto il tavolo chiesto dagli studenti e dalle studentesse che hanno aperto le tende sotto il rettorato», scrive in una nota il collettivo Sinistra universitaria. Ieri nell’accampamento della più grande università italiana si sono affacciati Elly Schlein (Pd), che ha ricevuto dei fischi, e Giuseppe Conte (5S). Altre tende, della rete Cambiare rotta, sono apparse vicino al Miur.
UNA NUOVA PROTESTA andrà in scena oggi a Napoli. Gli studenti del Collettivo autorganizzato universitario (Cau) manifesteranno muniti di tende alle 10.30 nel dipartimento di Studi umanistici dell’università Federico II «contro caro affitti, speculazione abitativa e gentrificazione». Anche qui i problemi principali sono la mancanza di politiche pubbliche all’altezza e la pressione che le locazioni turistiche esercitano sul mercato privato con il risultato di meno case disponibili e prezzi più alti. «Dall’ultimo studio Censis risulta che nell’ultimo anno accademico 9.400 studenti non hanno avuto la possibilità di iscriversi all’università e di questi 4.900 sono residenti al sud Italia - scrive il Cau - Tanti altri sono stati costretti ad abbandonare gli studi perché non hanno potuto permettersi di pagare un alloggio e i beni di prima necessità».

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