POLITICA

Mancato rinnovo del contratto, protesta al Salone del mobile

SCIOPERO DEI LAVORATORI DEL LEGNO
MARIO PIERROITALIA/MILANO

La protesta dei lavoratori del legno e dell’arredo ha sfilato ieri davanti ai cancelli del Salone del Mobile di Milano. Migliaia di lavoratori da tutta la Lombardia, e anche dal Piemonte, Valle D'Aosta e Toscana si sono organizzati in un corteo attorno alla Fiera di Rho dove sono intervenuti i delegati di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. I segretari generali delle categorie Panzarella, Pelle e Genovesi hanno chiuso altrettante manifestazioni, rispettivamente, a Milano, Treviso e Forlì. In tutto il paese ieri si sono tenute sette manifestazioni.
La protesta è esplosa dopo il rifiuto di Federlegno di confrontarsi sulla piattaforma sindacale per il rinnovo del contratto, scaduto lo scorso dicembre. Erano previsti aumenti pari a 135,45 euro al mese da gennaio 2023, Federlegno ha proposto aumenti di soli 63,83 euro al mese chiedendo la modifica dell'attuale modello contrattuale. Il settore nel 2021 è cresciuto del 25,5 per cento mentre il 2022 è cresciuto del 12,6 per cento. Sono attive 68mila imprese - pari al 14,9 per cento del totale manifatturiero e 298mila addetti - pari all'8 per cento del totale, un fatturato alla produzione di 56,5 miliardi di euro.
Lo sciopero ha ricevuto altissime adesioni Dalle piccole aziende ai grandi gruppi: alla Natuzzi hanno aderito il 92% dei lavoratori, alla Ferretti Group tra il 75% ed il 95%, alla Poltrona Frau e alla Scavolini l’80%, ai Cantieri di Viareggio il 98%, Ilcam Legno con il 90%, Imab Group l’80%, tra gli altri.
«Dopo l’abbandono del tavolo da parte di Federlegno - sostengonoFeneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil - sospendere la trattativa e proclamare lo sciopero generale era la nostra unica opzione di fronte a questo atteggiamento ostile e offensivo». «Quello di Federlegno è un comportamento miope e inaccettabile» ha detto Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil. «Di fronte a profitti a due cifre riconosca l'inflazione reale come fa dal 2016 e rinnovi il contratto nazionale» ha detto Alessandro Genovesi, segretario Fillea Cgil. Per Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd.«Il peso dell'inflazione non può ricadere unicamente sulle spalle, già molto provate, dei lavoratori».

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