Un altro colpo di teatro nel conflitto sui diritti d’autore nella circolazione sulle piattaforme digitali. Lo scontro è esploso il 16 marzo scorso tra Meta, la società che detiene Facebook e Instagram, e la Società italiana autori ed editori (Siae) a proposito del rinnovo della licenza sul diritto di autore, scaduto l’anno scorso, sui video e i reels. Siae avrebbe chiesto a Meta di quantificare i suoi ricavi per definire provenienti dai «suoi» autori la somma da dividere tra gli autori e gli editori italiani. Meta non ha inteso condividere queste informazioni, si è alzata dal tavolo e ha, in gran parte, bloccato la riproduzione dei contenuti su Facebook e Instagram. Siae avrebbe chiesto un aumento di quattro volte rispetto al 2022 e non avrebbe accettato un’offerta inferiore a un incremento del 310%.
Nel 2022 la distribuzione digitale sulle piattaforme Meta è cresciuta del 37,3 %. Da sole hanno prodotto oltre venti milioni di euro. La pandemia ha potenziato anche il loro potere dato che, a cominciare dai più giovani, condiziona l’accesso alla musica. Si dice che le piattaforme Meta contino circa per il 10-15% sul rendiconto online di un autore o un compositore. Migliaia di artisti e produttori restano alla finestra. C’è il rischio di restare doppiamente vittime.
L’Antitrust ieri ha avviato un’istruttoria nei confronti di Meta e Facebook per accertare un presunto abuso di dipendenza economica. Il Leviatano digitale potrebbe aver indebitamente interrotto le trattative per la stipula della licenza d’uso, sulle proprie piattaforme, dei diritti musicali abusando della dipendenza economica di Siae. Assieme all’istruttoria, ha avviato un procedimento cautelare.
Salvatore Nastasi, presidente Siae, si è detto soddisfatto, anche perché l’Antitrust ha chiesto a Meta di riattivare i contenuti musicali. La Siae ritiene di potere ora confrontarsi «ad armi pari» con il colosso americano. Meta si è detta pronta a collaborare. Non è la prima volta che l’azienda adotta il «prendere o lasciare». È avvenuto in Francia, Australia, Danimarca, Canada. In ballo c’è l’applicazione dell’articolo 17 della direttiva Ue sul copyright, e in particolare il riconoscimento dei diritti degli autori.