VISIONI

In analisi con Shrinking, l’arte di ridere di sé e delle proprie ossessioni

La serie di Apple Tv con Harrison Ford, un terapeutareduce da un lutto vive una profonda crisi esistenziale
MAZZINO MONTINARI

L'elaborazione di un lutto, l'insorgere di una tremenda malattia, la gestione della rabbia, una separazione, una complicata relazione con i figli e, reciprocamente, con i genitori. E poi, diffusa ovunque, l'eterna e insoluta domanda su chi siamo. Eventi esistenziali, episodi traumatici, normali incomprensioni che degenerano in cesure irreparabili. Accidenti che costringono donne e uomini a riposizionarsi nel mondo, a indagare su un tempo e un luogo per rintracciare un possibile senso della vita. Memorie che rendono impenetrabile la porta del futuro. Fatti che spingono a cercare un nuovo punto d'incontro con se stessi e con gli altri. Momenti drammatici che conducono un individuo a una sistematica demolizione del proprio sé e, di conseguenza, alla progressiva eliminazione di chi sta nei paraggi. Perché nel dolore di un marito che ha perso la moglie, ad esempio, sono compresi una figlia, che legittimamente vorrebbe elaborare il lutto con il padre, e gli amici, che non comprendono l'improvvisa distanza abissale con il compagno di un passato non troppo remoto.
CON QUESTA PREMESSA, potremmo pensare che Shrinking, serie in dieci puntate di Apple TV+ creata da Brett Goldstein, Bill Lawrence e Jason Segel (anche attore protagonista e in passato autore, tra gli altri, di quella follia narrativa che era Messaggi da Elsewhere), sia un prodotto drammatico che affronta in apnea i dolorosi nodi dell'esistenza umana. In realtà, si ride molto e per un preciso motivo: l'autocoscienza dei diversi personaggi. Ognuno con il suo fardello, ognuno con la propria consapevolezza. A partire da Jimmy Laird, interpretato dal già citato Segel. Psicoterapeuta che sperimenta ormai da un anno una profonda crisi esistenziale. Sua moglie è morta in un incidente stradale e tutto è andato in frantumi. Sensi di colpa per qualche litigio, l'impotenza di fronte a qualcosa di irrimediabile, il disagio verso tutti quelli che riportano l'analista a un tempo che ormai non è più.
Accanto a Jimmy, ci sono la figlia adolescente Alice, la vicina invadente Liz, l'amico avvocato Brian prossimo al matrimonio con Charlie, i due colleghi con i quali condivide lo studio, Gaby e Paul (un eccezionale Harrison Ford), e poi uno dei pazienti, Sean (Luke Tennie), che diventa la cavia di Jimmy e di un approccio svincolato dalle più comuni regole deontologiche. Un universo composito, nel quale si alternano, come solo accade nel nostro mondo, orbite perfette dove tutto appare sincronizzato, a traiettorie impazzite che generano disastrose collisioni.
ALICE È IN CONFLITTO con il padre, e si fa aiutare da Paul incontrandolo periodicamente su una panchina in un parco. A sua volta, l'anziano analista, poco incline a effusioni e manifestazioni d'affetto, ha scoperto di avere il morbo di Parkinson e vorrebbe sistemare i suoi disastri famigliari. Sean è un reduce dalla guerra. Ha commesso cose di cui si vergogna e odia le medaglie al valore che gli hanno attaccato al petto. Il suo è un presente fatto di rabbia e di gesti che non riesce a controllare e, allora, si ritrova in una stanza con Jimmy, senza troppe speranze, cercando di nascondere le ombre.
In quest'orizzonte senza prospettiva, è dalla conoscenza del proprio stato che si genera una comicità autentica e liberatoria. Perché in Shrinking prima di tutto si ride di se stessi, delle ossessioni, del narcisismo, dei desideri sfrenati e frustrati. E ancora del sesso, dell'amicizia, del lavoro, delle discriminazioni, delle relazioni famigliari, delle tenere passioni che dovrebbero sublimare alcuni insuccessi.
La soluzione, al di là del ricorso alla terapia, sta a pochi passi, nella persona che potrebbe allearsi in una comune e sorprendente lotta contro i demoni che oscurano la vita. Del risultato non vi è certezza, perché nel fragile incedere, si può sempre inciampare e cadere rovinosamente. Ma è possibile anche che si scopra un'intesa per far scorrere nuovamente il tempo in avanti.

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