VISIONI

L’ombra poetica di Ungaretti tra noise e dintorni

ROCK
FABIO FRANCIONEITALIA

Il nome della band è un prelievo da una celebre poesia di Ungaretti, I Fiumi, la musica però sembra discendere e ispirarsi per attitudine rock e testi a una inedita beat – generation 2.0; quindi non peregrino un riferimento a Ferlinghetti tanto per restare a quei «fiumi» dai quali sembra discendere la loro forza creativa. Supergruppo per definizione a leggere le rispettive biografie provenienze, I Fiumi, nella loro line-up classica di quartetto, chitarra voce e sezione ritmica, propongono nel loro primo e omonimo album, un rock diretto e sincero.
L’INCROCIO delle loro esperienze, divise tra progetti consolidati (Diego Galeri a lungo batterista dei Timoria o il chitarrista Xavier Irondo, spesso prestato a contesti sperimentali) e versatilità vocale di Sarah Stride e strumentale del basso di Andrea Lombardini, portano a canzoni come i due singoli apripista dell’album, Il dono e Quanto più rumore, che potevano essere ascoltate negli anni ’90. Ovviamente in tutt’altra scena da quella attuale.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it