EUROPA

Clima, il referendum di Berlino senza quorum

SÌ AL 50,9%, MA NON BASTA. LE PERIFERIE VOTANO CONTRO
SEBASTIANO CANETTAgermania/berlino

Ha vinto il Sì con il 50,9% dei voti ma il referendum non ha raggiunto il quorum. Nulla di fatto per la consultazione popolare che avrebbe potuto trasformare Berlino nella prima capitale europea a impatto zero entro i prossimi sette anni. Ai promotori e volontari del cartello Berlin 2030 Klimaneutral non è stato sufficiente battere per mesi a tappeto parchi, strade, piazze, università, stazioni della metropolitana con l’obiettivo di portare alle urne almeno un quarto dei 2,4 milioni di aventi diritto. Domenica sera la conta finale dei voti ha ufficializzato il fallimento della storica iniziativa appoggiata dalle associazioni ambientaliste ma anche dai Verdi e dalla Sinistra. A favore dell’exit anticipata del Land che coincide con la capitale tedesca (rispetto al target federale sulle emissioni fissato al 2045) sono stati 442.100 berlinesi mentre altri 423.418 hanno messo la croce sul No. Per vincere, il Sì avrebbe dovuto raccogliere almeno 607.518 voti.
Ancora una volta, esattamente come per le elezioni comunali appena ripetute, il referendum fotografa una città spaccata fra chi vive dentro il Ring-Bahn, il raccordo anulare di binari della metropolitana, e chi abita le periferie non solo dell’Est. A Mitte, il centro governativo, il Sì ha raggiunto il 67,2%, nel quartiere “turco” di Neukolln il 53,5% e nel rione alternativo di Friedrichshain-Kreuzberg addirittura il 76,6%. Così ha votato la “vecchia borghesia” di Charlottenburg (53,9%) e Tempelhof (52%); al contrario fra i palazzoni sovietici di Marzahn il 71% non ne vuole sapere di neutralità climatica entro il 2030. Stesso pensiero fra chi vive negli equivalenti alveari di fattura occidentale di Reinickendorf in cui in media hanno respinto la proposta sei residenti su dieci.
A differenza del referendum sull’esproprio degli alloggi dei grandi proprietari immobiliari promosso nel 2021 da Deutsche Wohnen and Co. la vittoria del Sì sarebbe stata legalmente vincolante per il Senato di Berlino e non solo una moral-suasion a favore della volontà popolare. La legge sullo stop al 95% delle emissioni entro sette anni sarebbe entrata in vigore automaticamente. Ora rimane in vigore l’attuale norma sulla protezione del Clima predisposta dal ministero per la Transizione energetica, secondo cui le emissioni di CO2 dovranno essere ridotte solamente del 70% entro il 2030 e di almeno il 90% entro il 2040 (rispetto al 1990).
«Peccato. Era l’occasione per una svolta rapida - riassumono i promotori del referendum - Però la partecipazione alla nostra campagna è stata enorme. Abbiamo coinvolto centinaia di migliaia di berlinesi facendo pressione sul governo del Land». Mentre comunque rimane in piedi l’obiettivo di anticipare il governo Scholz e l’Unione europea, anche se un po’ ridotto. Nel complesso sono 70 i comuni tedeschi che aderiscono al programma Klimaneutral, come segnala l’associazione Zero. Vogliono diventare a emissioni zero entro il 2035.
(se. can.)

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it