SOCIETA

FdI vuole cancellare il reato di tortura

Un pdl in commissione Giustizia alla Camera. Il Pd: «Agghiacciante»
MARINA DELLA CROCEITALIA/ROMA

Sembra proprio che imbarbarire questo Paese sia il vero e unico motivo per cui governano. Dopo l’attacco ai migranti e a chi li salva, dopo la scelta di tenere in prigione le mamme con figli, come se non bastasse adesso la maggioranza di centrodestra punta ad abolire il reato di tortura, faticosamente introdotto nel codice penale nel 2017. A farlo è una pattuglia di deputati di Fratelli d’Italia che a novembre del 2022 ha presentato una proposta di legge che prevede di cancellare due articoli, il 613 bis (tortura) e il 613 ter (istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura), salvando solo una sorta di aggravante all'articolo 61 del codice penale. Il testo, prima firmataria Imma Vietti, è arrivato adesso in commissione Giustizia della Camera per essere discusso. Con un tempismo perfetto, visto che proprio ieri 23 agenti del carcere di Biella sono stati sospesi dal servizio per aver picchiato tre detenuti e il Cpt, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa, ha lanciato l’allarme sulle carceri italiane «violente e sovraffollate». «Sostenere che la tortura in Italia non esista è una bugia. Far finta di niente e voltarsi dall'altra parte è già questa una violazione dei diritti umani e lo so perché l'ho provata sulla mia pelle», ha commentato Ilaria Cucchi, sorella di Stefano e senatrice di Sinistra-Verdi che fa appello al capo dello Stato della Mattarella perché intervenga per impedire che il reato venga cancellato.
L’obiettivo dei firmatari è offrire maggiori garanzie ai componenti delle forze dell’ordine, «in particolare del personale delle Forze di polizia che per l'esercizio delle proprie funzioni è autorizzato a ricorrere legittimamente anche a mezzi di coazione fisica».
Un esempio sono gli appartenenti alla polizia penitenziaria che - è scritto nella relazione del pdl - «rischierebbero quotidianamente denunce per tale reato a causa delle condizioni di invivibilità delle carceri e della mancanza di spazi detentivi, con conseguenze penali molto gravi e totalmente sproporzionate». «Il rischio di subire denunce e processi strumentali - osservano i deputati di FdI - potrebbe, inoltre, disincentivare e demotivare l'azione delle Forze dell'ordine, privando i soggetti preposti all'applicazione della legge dello slancio necessario per portare avanti al meglio il loro lavoro, con conseguente arretramento dell'attività di prevenzione e repressione dei reati e uno scoraggiamento generalizzato dell'iniziativa delle Forze dell'ordine».
La notizia del nuovo attacco delle destre ha scatenato la reazione di tutte le opposizioni: Pd, 5 Stelle, Azione, Italia viva, +Europa. La capogruppo dei senatori pd Simona Malpezzi definisce «agghiacciante» la proposta di FdI e chiede alla premier Meloni se «il suo governo e la sua forza politica vogliono attaccare una norma in difesa dei diritti umani?». Alla premier si rivolge anche il dem Alfredo Bazoli: «Non ci siamo dimenticati - ricorda il senatore - di quando l’attuale presidente del consiglio dichiarò che con quel reato si impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro», mentre Riccardo Magi di +Europa che parla di «schizofrenia legislativa» di FdI: «Da un lato annuncia di voler introdurre, incostituzionalmente, nuovi reato universali inventandoseli di sana pianta, come nel caso della Gpa, dall’altra vuole l’abolizione di reati reali che danneggiano l’immagine del nostro paese, come quelli commessi appunto dalle forze dell’ordine».

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it