INTERNAZIONALE

La Carovana pacifista «Stop The War Now» torna per la quinta volta in Ucraina

«BASTA BOMBARDAMENTI SUI CIVILI». PARTENZA A FINE MARZO, CON AIUTI E GENERI DI PRIMA NECESSITÀ
MAO VALPIANAitalia/ucraina

Tutto pronto per la quinta carovana di pace #StopTheWarNow in Ucraina.
ODESSA, Mykolaiv e Kherson sono le tappe previste. Partenza il 30 marzo e rientro il 3 aprile per il centinaio di volontari che viaggeranno in gran parte via terra con furgoni e mezzi propri, ma ci sarà anche un gruppo che giungerà in aereo facendo scalo a Chisinau in Moldavia e poi si aggregherà con un pullman. Ad un anno di distanza dalla prima missione a Leopoli #StopTheWarNow chiederà ancora una volta la fine immediata dei bombardamenti sui civili; l’obiettivo fondamentale della carovana resta quello di portare aiuti e generi di prima necessità alle vittime delle guerra e un messaggio di solidarietà e vicinanza alla popolazione colpita. In particolare sarà consegnato un potente generatore elettrico da 200 kw acquistato grazie al contributo dell’Arcidiocesi di Bologna e destinato all’ospedale di Odessa.
L’INIZIATIVA è sostenuta da 175 associazioni e movimenti della società civile italiana, laici e religiosi. Gianpiero Cofano della Comunità Papa Giovanni XXIII, che coordina la carovana, dice: «I risultati di chi tenta una risoluzione del conflitto con l'uso delle armi sono sotto gli occhi di tutti, e nelle lacrime delle vittime. Estendiamo ora l'appello anche ai politici, perché aderiscano all'iniziativa e ci seguano con collegamenti online».
Don Renato Sacco, di Pax Christi, aggiunge la dimensione spirituale: «Questa Carovana avrà un significato simbolico particolare, perché si svolgerà per i cattolici in occasione della domenica delle Palme. L’inizio della Settimana Santa è un inno alla pace e alla fratellanza tra i popoli». Nell’ultimo Angelus in piazza San Pietro, Papa Francesco ha parlato di “crimini della guerra”, poiché la guerra stessa è un crimine.
INTANTO, SUL FRONTE della politica di guerra, è da registrare l’annuncio del governo ucraino della nomina di Oksen Lisovyi a ministro dell’Istruzione e della Scienza. Durissima la reazione del Movimento Pacifista Ucraino per bocca del portavoce Yurii Sheliazhenko: «Chiediamo di fermare la nomina del militarista e plagiatore Oksen Lisovyi a ministro dell’Istruzione e della Scienza dell’Ucraina e di destituirlo dalla carica di direttore della Junior Academy of Sciences dell’Ucraina; egli ha dichiarato il desiderio di arruolare giovani studenti nell’esercito e di costruire una “società di combattenti”, il che non è in alcun modo coerente con il fatto che la Junior Academy of Sciences of Ukraine sia un centro di educazione scientifica appoggiato dall’Unesco – un’istituzione culturale il cui compito è quello di prevenire le guerre e creare difese di pace nelle menti umane».
Secondo i pacifisti, il ministro Oksen Lisovyi ha combattuto nelle trincee della 95ª Brigata d’assalto aereo delle Forze armate dell’Ucraina mantenendo in contemporanea le funzioni di direttore della Junior Academy of Sciences of Ukraine e pubblicando un manuale rivolto ai minori sulla sopravvivenza durante la guerra, in cui si direbbe che chiunque critichi la Nato sui social network è da considerarsi un “nemico”.
LA DENUNCIA del Movimento Pacifista Ucraino prosegue attaccando il neo ministro Oksen Lisovyi su presunte opacità accademiche e un poco trasparente curriculum scientifico basato, a loro dire, sul “copia-incolla”: «Anche una rapida analisi dell’abstract della tesi di dottorato di Lisovyi del 2012 permette di individuare citazioni senza bibliografia, con segni di copiatura meccanica di parole dall’abstract di un’altra tesi pubblicata in precedenza nel 2011. Se persino l’abstract contiene un plagio, si può immaginare cosa emergerebbe da un controllo dell’intero contenuto della tesi».
L’APPELLO dell’Ukrainian Pacifist Movement, affidato per la diffusione in Europa al sito azionenonviolenta.it, si conclude con l’affermazione che solo professionisti civili di indiscutibile integrità hanno il diritto morale di amministrare istituzioni scientifiche ed educative affinché le generazioni future imparino a vivere senza guerre: «Non tollereremo che la gioventù venga svilita a carne da cannone! No alla militarizzazione della scienza e dell’educazione!».

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