VISIONI

Sangiorgi: «Danno enorme per l’industria discografica»

IL PRESIDENTE DI AUDIOCOOP INTERVIENE SUL BRACCIO DI FERRO TRA META E SIAE
STEFANO CRIPPA

Prosegue il braccio di ferro fra Meta e la Siae, da quando la holding proprietaria delle due piattaforme Facebook e Instagram, ha reso noto di non aver raggiunto un accordo con Siae per il rinnovo della licenza sul diritto di autore. Di conseguenza sui social vengono bloccati o silenziati i brani che rientrano nel repertorio Siae, gli altri continuano ad essere disponibili.
CON QUALCHE DISGUIDO - a testimonianza di quanto sia difficile verificare la provenienza dei brani - sono spariti dalle piattaforme anche canzoni i cui diritti non riguardano la Siae. Sull’argomento si è pronunciato anche Enzo Mazza, il Ceo di Fimi (Federazione industria musicale italiana) che ha sottolineato in un’intervista a Repubblica come: «Il problema fra Siae e Meta va a colpire tutto il settore in maniera indiscriminata. La holding ha deciso all'improvviso, a fronte di un mancato accordo, di rimuovere tutto il contenuto italiano. Poi si è spinta oltre, perché è andato offline anche molto contenuto internazionale: questo fa sospettare che ci sia un discreto caos nell'identificazione delle canzoni. Paga tutta la filiera». Il digitale per l’indusgtria musicale italiana - va sottolineato - rappresenta l’83%. Un danno quindi enorme.
ANCHE AUDIOCOOP, il coordinamento di oltre 250 piccole etichette discografiche indipendenti italiane, attraverso la voce del suo presidente, Giuliano Sangiorgi è intervenuta sulla questione, invitando, insieme a tutte le altre associazioni del settore: «Meta a pagare i giusti diritti alla filiera della musica italiana attraverso Siae e a non esercitare azioni che potrebbero apparire ricattatorie, come la cancellazione di tutti i brani, che potrebbero arrecare un gravissimo danno alle migliaia di aziende del settore musicale, agli oltre suoi 100 mila iscritti alle collecting tra autori, editori, artisti, interpreti, esecutori e produttori presenti coi loro brani sulle piattaforme social di Meta così come potrebbe danneggiare coloro che avevano inserito tale azione di pianificazione promozionale sui social in questo periodo con grave danno sulle loro produzioni ed eventi musicali».
S.Cr.

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