INTERNAZIONALE

Unità d’assalto, il Cremlino pianifica il futuro della guerra

La città del Donetsk è già data per presa, Mosca riorganizza l’esercito per il passo successivo
SABATO ANGIERIucraina/Bakhmut (Donetsk)

Lo sbocciare della primavera non aiuterà a mettere fiori nei cannoni degli eserciti in guerra. Tutt’altro, gli stati maggiori si preparano a offensive e controffensive e affinano le strategie per il dopo-Bakhmut.
Ad oggi il destino della piccola città del Donetsk sembra segnato, si tratta solo di tempo. Secondo il ministero della Difesa britannico i mercenari della Wagner avrebbero conquistato la quasi totalità della parte orientale del centro abitato e ora sarebbero a un chilometro dal centro, rallentati solo dall’attraversamento del fiume Bakhmutka. Tuttavia, l’informativa di ieri appare già datata in quanto una settimana fa, quando eravamo riusciti a entrare a Bakhmut e a documentare direttamente le posizioni degli schieramenti sul campo, la situazione si presentava esattamente allo stesso modo. Semmai gli avanzamenti significativi si riscontrano nella zona di Orikhovo-Vasylivka, a nort-ovest di Bakhmut, che potrebbero essere il preludio a un nuovo tentativo di accerchiamento.
A TALE PROPOSITO è interessante notare che entrambi gli eserciti stanno preparando delle unità ad hoc per la nuova fase del conflitto che si preannuncia molto più dinamica di quella attuale. Per ora soffermiamoci sulle forze di terra russe, che in quanto attaccanti sono costrette a prendere l’iniziativa. Il che, generalmente, decide della vita di migliaia di uomini. In seguito alle scarse vittorie dovute all’attuale organizzazione delle truppe d’attacco in Gruppi tattici di battaglioni (indicati con l’acronimo inglese Btg), i vertici militari di Mosca avrebbero optato per raggruppamenti meno numerosi, più agili e dotati di maggiore autonomia decisionale: le «Unità d’assalto», dette anche «Distaccamenti d’assalto». Stando alle informazioni raccolte da alcuni manuali militari russi rinvenuti sul campo e analizzate dagli esperti militari, le unità d’assalto sono squadre pensate per eseguire assalti sia in aree boschive fortificate sia in ambienti urbani. Entrambi gli scenari, almeno al momento, sembrano pensati appositamente per le prossime battaglie in Donbass.
Si tratterebbe, in estrema sintesi di un battaglione (tra i 500 e i mille uomini, a seconda degli eserciti) rinforzato con armi specifiche per azioni di assalto rapido. Inoltre, tali distaccamenti sono pensati per essere modulabili a seconda della missione da svolgere e comprendono 2 o 3 compagnie (da 100 a 200 uomini) d’assalto, un’unità di comando, un’unità di supporto d’artiglieria e altri gruppi, tra i quali: ricognitori, carri armati, supporto logistico, droni, lanciafiamme, genieri, riserve, medici e recupero delle attrezzature. La componente principale della formazione da combattimento è il plotone d’assalto, che può essere composto da un gruppo di avanscoperta, un gruppo di salvaguardia, un gruppo di comando e un plotone di supporto al fuoco rafforzato da una potenza di fuoco aggiuntiva: mortai, cannoni, un gruppo corazzato e una squadra di evacuazione. Un plotone d’assalto è composto da 12-15 membri, suddivisi in gruppi tattici di 3 persone ed equipaggiati in base ai requisiti della missione. Una sezione di riserva può integrare il plotone con una potenza di fuoco aggiuntiva.
DALL’INIZIO DELLA GUERRA, la farraginosa struttura burocratica dell’esercito russo e l’organizzazione estremamente verticistica della catena di comando è stata più volte criticata dagli esperti militari in quanto retaggio di una concezione antiquata e poco efficace della forza armata. Ora, a più di un anno dall’invasione dell’Ucraina, lo Stato maggiore di Mosca sembra essersi convinto della necessità di cambiare e sta progressivamente modificando i raggruppamenti di soldati dai Btg, simbolo della vecchia impostazione gerarchizzata e basata sulla quantità, alle unità d’assalto, più piccole e meglio equipaggiate. Tuttavia, notano gli esperti, gli ufficiali russi fanno ancora molto affidamento sul supporto dell’artiglieria, come si nota a Bakhmut.
MOLTI ANALISTI hanno avanzato dubbi sulla reale capacità del comando centrale di equipaggiare tutte le nuove unità con l’artiglieria necessaria. Tuttavia, si noti che proprio i progressi dei mercenari della Wagner nell’area di Bakhmut, oltre alla minore disponibilità di armi e veicoli rispetto ai primi mesi del 2022 sembra aver convinto i vertici militari russi della necessità di un cambiamento.

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