POLITICA

Schlein: «Un ruolo di primo piano per Bonaccini»

Il presidente dell’Emilia Romagna: «Attenti all’emorragia silenziosa di adesioni». Ma si contano 7500 iscritti in pochi giorni
GIULIANO SANTOROITALIA

Non si sono ancora incontrati fisicamente, Elly Schlein e Stefano Bonaccini, ma in serata tra i due c’è stata la telefonata tanto attesa. Una conversazione che viene descritta come «positiva». Sembra dunque che le rispettive posizioni siano destinate a convergere: Bonaccini domenica dovrebbe essere eletto presidente del Partito democratico.
IL PUNTO di caduta arriva all’insegna della concordia, con la segretaria cui spetta dettare la linea politica e il suo competitor alle primarie a svolgere un ruolo di garanzia. Ciò non toglie, tuttavia, che a quarantotto ore dall’assemblea nazionale della Nuvola, all’Eur, i due prima di parlarsi non si facciano mancare qualche scambio di opinioni per interposta persona. «A me interessa poco parlare di assetti e ruoli – assicura Bonaccini in mattinata - Tocca a Schlein valutare se posso essere utile. Non ho abbia bisogno di ruoli, sono già molto soddisfatto di quello che sto facendo». Poi, per far capire che non si accontenta del suo ruolo di amministratore, rivendica di aver raggiunto quasi il 50% dei consensi e soprattutto ricorda di essere stato lui ad «aver vinto fra gli iscritti». Il che, è il ragionamento implicito, necessità che Schlein faccia un passo in più verso di lui e verso una direzione maggiormente unitaria del partito.
DAL FRONTE della neo-segretaria, che ieri ha presenziato al Senato alla camera ardente di Bruno Astorre, rivendica i risultati del tesseramento online all’indomani del risultato delle primarie: 7500 nuovi iscritti in pochi giorni. Il presidente dell’Emilia Romagna però sostiene che bisogna «evitare una emorragia silenziosa di chi rischia di non sentirsi a casa». Prova a ridefinirla così Simona Bonafè: «L’esperienza e le capacità di Bonaccini saranno fondamentali per rafforzare la leadership della nostra segretaria: prima delle alleanze definiremo insieme la nostra identità e il programma per tornare alla guida del paese».
SCHLEIN, tuttavia, dice di non volere annacquare il programma che ha prevalso alle primarie. «Abbiamo appena svolto un congresso per far emergere una linea politica chiara – dice a Otto e Mezzo - Voglio un Pd che non finanzi più la guardia costiera libica. Bisogna abolire e riscrivere la legge Bossi-Fini. Meloni non sta chiedendo la riforma di Dublino, il motivo per cui migliaia di migranti restano bloccati nel primo paese di approdo. Bisogna che ci sia, al posto della guerra alle Ong, ma una missione europea di ricerca, una mare nostrum europea, ma su questo il governo resta silente». Come procede con Bonaccini? «Ci siamo trovati d’accordo sull’esigenza di tenere insieme la comunità democratica – sostiene Schlein – Ma nella chiarezza della linea politica. Adesso gli elettori finalmente sapranno qual è la linea del Pd». L’offerta è sul tavolo: «Ci sarà un ruolo per Bonaccini - aggiunge Schlein - Auspico che sia un ruolo politico di primo piano. Gli ho fatto una proposta di massima condivisione e nell'interesse del partito. Sui capigruppo ancora non ci siamo confrontati nemmeno coi gruppi. Si è aperta una fase nuova, quindi è prevista una certa discontinuità».

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