INTERNAZIONALE

La riconoscenza di Lula in 25 misure. Un giorno da ricordare per il Brasile

POPOLAZIONE FEMMINILE DECISIVA NELLE URNE
CLAUDIA FANTIbrasile

Tornato alla presidenza soprattutto grazie al voto delle donne, Lula vuole che sia davvero un 8 marzo da ricordare. Ed è per questo che oggi il presidente annuncerà, in una grande cerimonia al Palazzo del Planalto, più di 25 misure a favore della popolazione femminile, sotto la responsabilità della ministra della Donna Cida Gonçalves. La stessa alla quale, nel giorno del suo insediamento alla guida del nuovo ministero, Lula aveva affidato una missione per lui prioritaria: «Dovrai occuparti di ciò che mi è più caro: le donne che hanno creduto in me anche quando nessuno lo faceva».
Tra le azioni previste, la creazione di una giornata nazionale dedicata a Marielle Franco, la leader femminista e consigliera comunale di Rio de Janeiro uccisa da miliziani nel marzo del 2018 e la costruzione in tutto il paese di Case della donna brasiliana, centri di servizi specializzati per l’assistenza alle vittime di violenza domestica, nell’ambito del programma «Mulher, viver sem violência». E, ancora, una linea di credito a tasso agevolato per contadine e imprenditrici, il lancio del Programma Dignità mestruale, il finanziamento di progetti per la creazione di lavoro, reddito e partecipazione sociale per le donne in situazione di vulnerabilità.
ATTESISSIMA è anche la presentazione del già annunciato progetto di legge che stabilirà il principio della parità di retribuzione tra uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro: un miraggio durante la presidenza di Bolsonaro, per il quale era impensabile dare alla donna lo stesso salario di un uomo.
E se le sue dichiarazioni misogine, come quella sulla sua unica figlia femmina concepita «in un momento di debolezza», sembrano ora solo un ricordo, l’ex presidente, che farà ritorno in Brasile il 15 marzo, non si sente in realtà affatto fuori dai giochi. Dalla Conservative Political Action Conference, la convention dei conservatori a Washington in cui è stato accolto come una star, l’ex presidente ha inviato un segnale forte, toccando tutti i temi cari alla destra americana, compreso quello della difesa della famiglia dall'«ideologia gender», nell’auspicio che le figlie crescano come le loro madri e i figli come i loro padri.
E mentre nelle reti sociali il bolsonarismo è più presente che mai - molto più della sinistra - lui ha ringraziato Dio per la «missione di essere stato presidente del Brasile per un mandato», ma aggiungendo di sentire «nel profondo che questa missione non è ancora finita».
AL SUO RIENTRO NEL PAESE, tuttavia, l’ex presidente dovrà rispondere di un nuovo scandalo: quello dei gioielli regalati a lui e a sua moglie Michelle dal governo saudita alla fine del 2021, per un valore di 3,2 milioni di euro, che Bolsonaro avrebbe tentato di introdurre illegalmente affidandoli a impiegati del ministero delle Miniere e dell’Energia e che sarebbero stati in parte sequestrati dai funzionari della dogana all’aeroporto internazionale di Guarulhos. Un regalo tanto più sospetto in quanto, all’epoca, la Petrobras aveva appena venduto una raffineria per 1,8 miliardi di dollari - ben al di sotto del prezzo di mercato - a un gruppo saudita.
E mentre lo scandalo dei gioielli della signora Bolsonaro tiene banco sulla scena politica, le donne del Movimento dei Senza Terra, che di ben altro che di diamanti devono preoccuparsi, si apprestano a dar vita non solo a un 8 marzo di lotta, ma a un intero mese di mobilitazione in oltre venti Stati. Il calendario di iniziative è partito il primo marzo, con l’occupazione di una fazenda abbandonata a Itaberaba, in Bahia, già teatro in passato di otto sgomberi di famiglie contadine, ed è proseguito domenica con altre due occupazioni di terra improduttiva nello stesso Stato, nei municipi di Rafael Jambeiro e di Jeremoabo.
UNA LOTTA, QUELLA DELLE DONNE del Movimento dei Senza Terra, condotta sulla base di due rivendicazioni, come spiega la leader nazionale del settore di genere del Mst Lucineia Freitas: quella per il diritto alla terra contro l’agribusiness, puntando alla riforma agraria e all’agroecologia come risposte alla violenza e alla fame, e quella per politiche pubbliche in appoggio alle donne e alle minoranze sessuali, con l’obiettivo di «costruire relazioni libere da violenza».

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