SOCIETA

«Ripartiamo dai temi concreti». L’abbraccio tra Conte e Schlein

L’IMPEGNO DELL’OPPOSIZIONE, MESSA DI FRONTE AI CORTEI
GIULIANO SANTOROITALIA/FIRENZE

La stretta di mano, anzi l’abbraccio, c’è stato: Elly Schlein e Giuseppe Conte si sono incontrati dietro il palco di piazza Santa Croce, spazio grande ma non abbastanza per contenere decine di migliaia di manifestanti. I due hanno anche confabulato per qualche minuto, sotto lo sguardo del segretario generale Cgil Maurizio Landini.
MA SE LA GIORNATA fiorentina ha qualcosa di simbolico, la scena centrale non è quella dei leader che si ritrovano risciacquando i panni in Arno. Tanto meno può essere raccontata con l’immagine di Schlein e Conte che conducono il popolo dell’opposizione verso un nuovo cammino. È stato piuttosto il contrario: i due leader politici sono stati letteralmente trascinati dai tanti che si sono infilati lungo i passaggi stretti del centro storico di Firenze. È in mezzo a questa gente che devono trovare l’andatura, sono queste persone che devono ascoltare. È peraltro simbolico che ciò avvenga nella città che ha fatto da culla al Matteo Renzi e al primo renzismo, l’ideologia di chi ha fatto del Pd un partito ancora più leggero e ancora più neoliberale, intensificando una traiettoria che procedeva fin dalla fondazione e che ora molti si attendono possa essere modificata.
CIÒ PREMESSO è inevitabile che a una manifestazione del genere si guardi per comprendere le mosse politiche a venire. «Antifascismo e Costituzione sono una base di partenza per ricostruire l’opposizione», dice ad esempio l’ex presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Per Roberto Speranza, in procinto con Articolo 1 di iscriversi al Pd, «la difesa di scuola e sanità pubblica è terreno per ricostruire la sinistra». Nicola Fratoianni ne approfitta per riproporre il campo largo con Sinistra italiana e Verdi, che pure marciano sparpagliati. «Da questa piazza può partire una stagione nuova – afferma il segretario di Si - Questo popolo ci dice che è arrivata l’ora di costruirla». C’è anche l’ex segretario del Partito repubblicano Giorgio La Malfa: «In Italia c'è una novità, c'è un governo di estrema destra che richiede l'unità di tutte le forze di opposizione antifascista. Questa è la piazza dell'opposizione. Chi non c'è, è debole».
QUANDO CONTE sbuca alla partenza da Santissima Annunziata, i primi sono già partiti per consentire alla gente di defluire. Si crea un imbuto sotto il portico di piazza della colonna e si riconosce un drappello condotto da Peppe Provenzano, Alessandro Zan e Marco Furfaro vagare in cerca di «Elly» (la quale comparirà poco dopo in compagnia del sindaco Dario Nardella: Stefano Bonaccini non poteva per «impegni pregressi»). «Ci troviamo in questo posto con il segretario del Pd perché sulle partite concrete noi ci siamo – scandisce Conte – Siamo in piazza per questioni che riguardano tutti, non solo le forze progressiste: siamo in piazza per difendere principi costituzionali, il problema non è la leadership della sinistra». Ma l’avvocato non può esimersi dal parlare dei rapporti tra le forze di opposizione. «A noi interessa lavorare per rafforzare le forze progressiste – dice - Se col nuovo vertice del Pd questo dialogo rafforzerà questo orizzonte ben venga». Poi, quasi a ribadire la primazia del brand progressista, Conte aggiunge: «L'identità, la visione del M5S non dipendono dalle scelte di vertice che vengono fatte in casa altrui. Sono il frutto di un percorso sofferto, meditato, ben costruito nel corso soprattutto degli ultimi anni, e di rinnovamento».
ANCHE SCHLEIN nella sua replica ha bisogno di appellarsi a quelli che chiama «temi concreti»: difesa di scuola e sanità pubblica, lavoro, salario minimo, Costituzione, la battaglia contro l'autonomia differenziata. «Credo che abbiamo molti spunti per fare un buon lavoro comune, ed è un piacere ritrovarci in questa piazza insieme, grazie a chi ha organizzato, i sindacati e tutte le associazioni che hanno risposto a questo appello». E la guerra? Schlein ribadisce «pieno supporto al popolo ucraino». Poi specifica: «Credo anche che la sinistra debba continuare a perseguire un mondo di pace, mobilitarsi in questa direzione chiedendo all'Unione Europea un forte impegno e un forte protagonismo politico diplomatico. Le due cose non sono in contraddizione».
TUTTAVIA, come si diceva, chi ha manifestato non pare disposto a firmare cambiali in bianco. Dal palco, tra gli applausi, lo studente della Rete dei collettivi Cosmo Bonaiuti manda un messaggio a partiti e sindacati: «Oggi sono scesi in piazza – esclama - Però stanno perdendo il contatto coi lavoratori e con le periferie. Questo significa lasciare spazio al fascismo». Tocca poi a Walter Massa, presidente nazionale Arci, lanciare un ponte tra Firenze e la costa ionica calabrese della strage dei migranti, che poi è il motivo per il quale qui chiedono che non solo Valditara ma anche Piantedosi debba dimettersi. «Sabato prossimo saremo continueremo a difendere la Costituzione sulla spiaggia di Cutro» dice. Massa indica la necessità di «battere la solitudine» che ha generato la vittoria delle destre. Per i vicoli di Firenze, stretti e stipati di gente in cerca di vie d’uscita, da oggi passa anche questa sfida.

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