EUROPA

Fs ha vinto la privatizzazione. Ma sono «Ferrari su una mulattiera»

A LUGLIO L’AD FERRARIS CON FRANCO BRINDAVANO AD ATENE
MASSIMO FRANCHIgrecia/italia

«È solo il primo passo verso lo sviluppo dei collegamenti in Grecia che, a seguito di interventi sull’infrastruttura, potranno ridurre i tempi di viaggio. Abbiamo il compito di mettere a disposizione le nostre conoscenze e l’esperienza maturata in Italia per creare in Europa, e anche qui in Grecia, altri modelli positivi e di successo». Il 2 luglio scorso l’amministratore delegato di Fs Luigi Ferraris era in Grecia assieme all’allora ministro dell’Economia Daniele Franco (ed azionista unico) per presentare al governo greco il piano di sviluppo dell’azienda in terra ellenica. Fs è presente in Grecia dal 2016, quando acquistò il 100% di TrainOse, ex compagnia ferroviaria statale ellenica: nel bel mezzo della crisi dei debiti sovrani, il governo greco vara un piano di privatizzazioni da 3 miliardi di euro in cui ricade anche TrainOse. Da luglio TrainOse ha ufficialmente cambiato nome in Hellenic Train. Con quartier generale ad Atene, la compagnia, in base ai dati del 2020, impiega oltre 1.000 lavoratori, e sempre nel 2020 ha registrato un fatturato di 106 milioni di euro e un utile netto di 9,6 milioni. Dal gruppo Fs ieri si sottolinea come la società gestisca solo i treni, esattamente come Trenitalia.
Diversa è la situazione sui binari: l’infrastruttura ferroviaria e il traffico ferroviario in Grecia sono gestiti da Ose, società statale greca, mentre in Italia la competenza è di Rete ferroviaria italiana (Rfi) che con Trenitalia è unita nella holding Ferrovie dello Stato (italiane, è stato aggiunto ai tempi di Mauro Moretti). Sulla tratta Atene-Salonicco dallo scorso 15 maggio circolano gli Etr470, convogli uguali ai Frecciabianca di Trenitalia. In Grecia già nel 2021 il gruppo Fs ha investito 45,2 milioni di euro ed entro il 2027 si prevede di investire ancora nell'acquisto di 10 nuovi treni idrogeno e 10 nuovi treni elettrici.È chiaro dunque che, non gestendo i binari, nell’incidente di ieri niente può essere imputare a responsabilità di Fs.
Detto questo, visto che la stessa Fs ieri ha ribadito come «l’obiettivo delle Ferrovie italiane è di esportare nel paese ellenico il know how maturato in Italia, puntando sulla tratta Atene - Salonicco», va citato l’antico adagio dei macchinisti: «Puoi mettere il treno più moderno ma se la linea non ha sistemi di sicurezza adeguati, è come andare in giro con una Ferrari su una mulattiera e i passeggeri non sono al sicuro». La battaglia dei macchinisti e dei sindacati in Italia, fin dai tempi dell’addio al «doppio macchinista» e dopo la strage di Crevalcore e quella di Viareggio, è stata proprio improntata a questo concetto: la sicurezza prima di tutto. Prima di mettere sui binari i treni, serve che l’infrastruttura sia sicura. La speranza è che ora Fs - che a luglio in Grecia firmò anche un protocollo d’intesa all’Hellenic institute of transport (Hit) per «sviluppare sistemi di trasporto più efficienti, sicuri e resilienti» - lo faccia al più presto. Prima di mettere sui binari altri suoi treni.

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