POLITICA

Forza Italia si sfila: «Salvare il pregresso»

MAGGIORANZA IN IMBARAZZO DI FRONTE AL BLITZ DEL GOVERNO
GIULIANO SANTOROITALIA/ROMA

Il blitz del governo contro il Superbonus spiazza anche la maggioranza. Innanzitutto Forza Italia, che aveva sempre invocato prudenza e misure graduali, già da tempi del governo Draghi. «Non c’è stato tempo per approfondire, ma vogliamo soluzioni per il pregresso» dice il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo. Più netto Giorgio Mulé: «Non si fa così, non è questo il metodo». Ancora una volta prova a metterci una toppa il ministro degli esteri Antonio Tajani. «La responsabilità è del governo Conte e dei 5 Stelle che non sono stati capaci di risolvere i problemi», dice Tajani.
CON GIORGIA Meloni ancora fuori dai giochi per influenza, tocca a Francesco Lollobrigida rievocare «le parole dure di Draghi sulla cessione dei crediti che ha imputato a questo sistema un vero e proprio disastro». Va anche registrato l’imbarazzo del presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: «Va trovata una soluzione che tolga le storture. Ma pensare di continuare, come si era fatto prima con una norma che ha creato situazioni speculative e buchi di bilancio, non era possibile». E Maurizio Gasparri: «Dobbiamo evitare danni ai conti pubblici causati da norme demagogiche sbagliate fatte dai grillini e dal Pd, ma dobbiamo anche salvaguardare le imprese e le famiglie che hanno fatto ricorso al bonus. Forza Italia vuole perseguire questo obiettivo, garantendo le iniziative assunte ma, nello stesso tempo, vuole mettere riparo ai danni degli incapaci. Bisogna salvaguardare i conti pubblici e chi ha utilizzato il bonus».
DALL’OPPOSIZIONE attacca il Movimento 5 Stelle. Fin dalla mattinata, Giuseppe Conte ritira fuori un tweet di Meloni, che nel corso della campagna elettorale per le politiche assicurava che avrebbe garantito il Superbonus. Il leader del M5S parla di «viltà» da parte del governo. «Comprendiamo l'imbarazzo di Forza Italia nel ritrovarsi in un governo che mette sul lastrico 40 mila imprese e colpisce una misura che ha creato oltre 900 mila posti di lavoro - afferma il capogruppo pentastellato alla Camera Francesco Silvestri - ma dare la responsabilità di quanto accaduto al Movimento 5 Stelle è oggettivamente ridicolo». «Dovevano risolvere il problema dei crediti incagliati e invece hanno abolito tutto – sostiene Peppe De Cristofaro di Alleanza Verdi Sinista - Il centrodestra di governo con un colpo solo blocca l’efficientamento energetico del nostro patrimonio immobiliare, necessario per la transizione ecologica e il risparmio energetico e gli interventi di riduzione del rischio sismico. Un disastro sociale ed economico per famiglie e imprese. Siamo passati dal governo del 'non disturbare chi vuole fare' a quello che affossa il settore dell'edilizia, cioè uno dei settori trainanti della ripresa economica post Covid».
IL PD ACCUSA il governo di «tradire così la fiducia dei cittadini». «Ci sono circa 8 miliardi di liquidità bloccati da mesi – spiegano i parlamentari dem Ilenia Malavasi, Graziano Delrio e Andrea Rossi - Si rischia seriamente di bloccare 100 mila cantieri e generare incertezza per un milione di cittadini». «Le aziende edili non rappresentano solo pochi imprenditori ma danno occupazione a 1.700.000 persone nella filiera tra professionisti, operai, manovali, artigiani. 150.000 persone perderebbero il lavoro immediatamente: questo governo provocherebbe la più grave crisi occupazionale della storia, un tema su cui la sinistra deve ritrovare la sua forza. Senza dimenticare che l'efficienza energetica degli immobili riguarda il bene delle prossime generazioni» aggiunge Paola De Micheli. «Il lavoro non si crea per decreto hanno ripetuto in molti – dice l’ex miistro del lavoro Andrea Orlando - Però per decreto si può distruggere. Con il blocco immediato degli incentivi all'edilizia si perderà l’equivalente in posti di lavoro di due Stellantis più Luxottica».
SI DISTINGUE Carlo Calenda, più realista del re nel confermare la versione del ministro dell'economia. «Giorgetti ha ragione nell’importo - sentenzia Calenda - Il totale dei bonus è di 120,1 miliardi di euro, metti a posto la sanità per quindici anni. È una cosa fatta nel modo del tutto scellerato, è stato dato a tutti, una cosa folle, mai fatta».

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