INTERNAZIONALE

Da Israele tanta solidarietà a Zelensky ma zero risposte sulle armi richieste

IL VIAGGIO UFFICIALE DEL MINISTRO COHEN
MICHELE GIORGIOUCRAINA/ISRAELE

Israele aiuterà Kiev a sviluppare un sistema di allarme aereo precoce e investirà 200 milioni di dollari nel settore sanitario e nelle infrastrutture civili dell’Ucraina. E la prossima settimana sosterrà l'iniziativa del presidente Zelensky all’Onu per chiedere il ritiro completo della Russia da tutti i territori ucraini, inclusi quelli orientali.
SONO LE PROMESSE che il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha fatto ieri durante l’incontro avuto in serata con il presidente Zelensky, durante la sua visita ufficiale a Kiev, la prima di un esponente di primo piano del governo israeliano in Ucraina dall’inizio dell’attacco militare russo. «La mia visita qui a Kiev è un'altra testimonianza del nostro continuo sostegno al popolo ucraino», aveva dichiarato qualche ora prima Cohen dopo aver incontrato il suo omologo Dimytro Kuleba. Non ne sono convinti gli ucraini che da Israele, uno dei paesi più armati al mondo e che ogni anno esporta armamenti sofisticati per miliardi di dollari, si aspettano molto di più.
PER TUTTO IL GIORNO Cohen - giunto in treno dalla Polonia durante la notte - ha provato a manifestare nel modo più caloroso la vicinanza tra i due paesi sperando di ammorbidire gli ucraini. Nell'ultimo anno, ha ricordato il ministro degli esteri, Israele «ha fornito significativi aiuti umanitari all'Ucraina, compreso il dispiegamento del nostro ospedale da campo che ha curato oltre 7.000 pazienti. Abbiamo anche ricevuto e curato centinaia di ucraini malati e feriti nei nostri ospedali in Israele». Quindi ha aggiunto «Sono orgoglioso di stare con l'Ucraina di fronte a questi tempi difficili, Israele si impegna a continuare il sostegno nei mesi e negli anni a venire».
«HO VISITATO BUCHA (dove 450 civili ucraini sarebbero stati massacrati dalle truppe russe, ndr) - ha proseguito Cohen, - le tragiche immagini sono ancora impresse nel mio cuore, Israele si oppone fermamente all'uccisione di civili innocenti». Opposizione che in patria Cohen non ha mai espresso a proposito dei civili innocenti palestinesi uccisi dall’esercito israeliano nei Territori occupati militarmente dallo Stato ebraico nel 1967. Poi ha affermato perentorio che Israele «è fermamente solidale con il popolo ucraino e rimane fedele alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina».
Non ha però mai nominato la Russia e la parola «guerra» confermando la linea di Israele, portata avanti dal passato governo Bennett/Lapid e ora da quello guidato da Netanyahu, di mantenere una sostanziale neutralità nel conflitto, mostrando simpatia e solidarietà all’Ucraina ma evitando di fornire armi all’esercito di Kiev.
SE DA UN LATO NETANYAHU inviando Cohen in Ucraina ha mandato un segnale di maggiore vicinanza, dall’altro è attento a non far irritare Vladimir Putin con cui ha mantenuto sempre buoni rapporti perché lascia campo libero ai raid dell’aviazione israeliana in Siria, dove la Russia ha una importante base aerea. Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba è stato netto nel ribadire che il suo paese si aspetta che Israele fornisca aiuti militari significativi. L’Ucraina ha consegnato nei mesi scorsi a Tel Aviv una lista delle sue esigenze militari - il sistema Magen Or, i missili Barak-8 e Patriot, i sistemi Iron Dome e David's Sling - e sta aspettando una risposta. «Israele è ben consapevole dei nostri bisogni militari… Aspettiamo che vengano prese le decisioni appropriate. Prima di tutto, si tratta della protezione del cielo ucraino» ha spiegato Kuleba. Poco dopo un funzionario ucraino ha detto ai media israeliani di essere profondamente deluso dal fatto che Cohen non abbia menzionato la Russia nella sua visita a Bucha.

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