ECONOMIA

Auto emissioni zero, dal 2035 nell’Ue stop a diesel e benzina

Via libera del parlamento europeo con 340 voti favorevoli, 21 astenuti e 279 contrari, tra i quali Lega, Fratelli d’Italia e Fi
LUCA MARTINELLIEUROPA/STRASBURGO

Il Parlamento europeo ha votato definitivamente ieri lo stop ai veicoli inquinanti (quindi a benzina e diesel) di nuova immatricolazione a partire dal 2035. Il voto contrario dei partiti della maggioranza di governo in Italia (che già si erano espressi nei giorni scorsi contro la direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici) non è stato sufficiente al partito fossile: la Plenaria ha espresso 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti. Il via libera definitivo è arrivato dopo l’accordo raggiunto con il Consiglio Ue lo scorso novembre.
LA NUOVA legislazione fa parte del pacchetto «Fit for 55» e stabilisce il percorso verso l'azzeramento delle emissioni di CO2 per le nuove autovetture e i veicoli commerciali leggeri. Vengono introdotti anche obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030, fissati al 55% per le automobili e al 50% per i furgoni. La Commissione europea presenterà entro il 2025 una metodologia per valutare e comunicare i dati sulle emissioni di C02 durante l'intero ciclo di vita delle autovetture e dei furgoni venduti sul mercato comunitario.
Entro dicembre 2026, inoltre, è previsto che la Commissione monitori la differenza provata da numerose ricerche indipendenti tra i valori limite di emissione e i dati reali sul consumo di carburante e di energia. Secondo la nuova legislazione i costruttori responsabili di piccoli volumi di produzione in un anno solare (da 1.000 a 10.000 nuove autovetture o da 1.000 a 22.000 nuovi furgoni) potranno ottenere una deroga fino alla fine del 2035: deroga che riguarda le auto di lusso (come le italiane Ferrari, Maserati, Lamborghini) che per le loro cilindrate hanno più difficoltà nel passaggio all’elettrico. Coloro che immatricolano meno di 1.000 nuovi veicoli all'anno continuano a essere esentati anche dopo il 2035. Dopo il voto finale in Aula, il Consiglio Ue dovrà approvare formalmente il testo prima della sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
LA MAGGIORANZA di governo italiana si è mostrata unita e ha espresso voto contrario al nuovo regolamento che prevede lo stop ai veicoli con motore a combustione interna dal 2035. La legislazione non è passata a grande maggioranza e ha visto sgretolarsi l'asse tra Socialisti e Popolari, con il gruppo dei Popolari che a sua volta si è diviso. La delegazione di Forza Italia infatti ha votato compatta per il no e anche Fratelli d'Italia e Lega si sono schierati in maniera omogenea contro l'approvazione.
IL NUOVO REGOLAMENTO è passato grazie al sì dei Socialisti, dei Verdi, delle sinistre e di gran parte dei liberali di Renew. Netto anche l'appoggio della delegazione del M5S. Una fetta minoritaria (venticinque membri circa) del gruppo dei popolari ha votato a favore dello stop ai veicoli inquinanti di nuova immatricolazione. Ad eccezione di 5 favorevoli e un astenuto anche i Conservatori e Riformisti (co-guidati da Fdi) hanno votato no, così come il gruppo Identità e Democrazia (a cui appartiene la Lega).
ANSA HA POTUTO visionare la proposta di regolamento sui nuovi standard di emissione di CO2 per i mezzi pesanti che la Commissione europea presenterà nelle prossime ore. La misura prevede bus cittadini a zero emissioni dal 2030 e un taglio del 90% delle emissioni per le flotte degli altri mezzi pesanti nuovi al 2040. Secondo il testo i mezzi pesanti nuovi dovranno ridurre le emissioni di CO2 in modo progressivo del 45% nel 2030, del 65% al 2030 e del 90% al 2040.
La proposta Ue di nuovi standard di emissione anche per camion e furgoni ha subito diversi ritardi a causa delle divergenze in seno alla stessa Commissione europea, dov’era presente una linea dura che indicava il 2040 come la data limite per produrre veicoli che emettono CO2, mettendo al bando tutti i motori alimentati in maniera tradizionale (e in particolare benzina e diesel), tranne quelli elettrici a celle a combustibile o a batteria.
Il confronto tra i commissari Ue ha visto considerare in queste settimane opzioni dal 70 al 100% delle emissioni in meno al 2040. In una lettera congiunta diffusa nei giorni scorsi un centinaio di imprese e associazioni di categoria (dai costruttori di veicoli ai produttori di carburanti di vario tipo) avevano chiesto alla Commissione europea di tenere conto, oltre ad elettrico e idrogeno, anche del contributo che i combustibili sostenibili e rinnovabili possono dare alla decarbonizzazione dei trasporti.

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