VISIONI

Film dell’anno, le scommesse del Giappone

Maboroshi
MATTEO BOSCAROLgiappone

Abbiamo già parlato dei film d’animazione più attesi di quest’anno, oggi è la volta di vedere l’altra faccia della medaglia, ovvero quali sono i lungometraggi live-action che caratterizzeranno il 2023 giapponese al cinema. A livello di grandi produzioni e di franchise storici, sicuramente due dei più attesi lavori sono il nuovo film di Godzilla - ancora senza titolo e in uscita il tre novembre, diretto da Yamazaki Takashi, valido cineasta e ottimo creatore di effetti speciali in Cg, spesso criticato però per le sue scelte populiste- e Shin-Kamen Rider. Quest’ultimo è l’ennesimo capitolo di quel franchise che è stato denominato, in modo un po’ posticcio, «Shin Japan Heroes»: riprendendo vecchie ma valide serie televisive e cinematografiche tokusatsu ha saputo rivitalizzarle. Dopo Shin Godzilla, senza dubbio fino ad ora il migliore del gruppo, e l’anno scorso Shin Ultraman, quest'anno sarà la volta di Shin Kamen Rider. Diretto da Hideaki Anno, il film uscirà nelle sale dell’arcipelago a marzo. Non mancheranno poi, come succede da decenni a questa parte, le versioni cinematografiche di manga di successo. Segnaliamo almeno il lungometraggio dedicato a Golden Kamui, fumetto scritto e illustrato da Satoru Noda ambientato agli inizi del secolo scorso in Hokkaido; protagonisti un soldato giapponese e una ragazza Ainu, il film dovrebbe uscire quest’anno, ma non ci sono date precise.

Lungometraggio che dovrebbe spopolare al botteghino è Legend and Butterfly, diretto da Keishi Otomo, dietro alla macchina da presa per alcuni dei più riusciti film di samurai recenti, ci riferiamo in particolare ai cinque lavori dedicati alle vicende di Ruroni Kenshin (2012-2021). Protagonista di Legend and Butterfly, in uscita in questi giorni nei cinema dell’arcipelago, è Takuya Kimura, ex personaggio televisivo e cantante dalla popolarità sconfinata in Giappone che da circa un decennio ha effettuato, con un certo successo va detto, il passaggio ad attore per il cinema.

L’annata in corso vedrà anche l’uscita di lungometraggi horror di due dei nomi che più hanno caratterizzato il genere nell’arcipelago negli ultimi venti anni, Takashi Shimizu con Immersion, una storia che mescola orrore e metaverso, e Hideo Nakata che in The Forbidden Play racconta gli strani eventi che accadono ad una giovane regista televisiva.
Per quanto riguarda i lavori di cineasti giapponesi con attrattiva festivaliera, citiamo almeno Monster, il nuovo lavoro di Hirokazu Kore’eda che ritorna a lavorare in patria dopo la parentesi francese (La verità) e sudcoreana (Le buone stelle - Broker). Il film, che vede fra i suoi protagonisti anche la talentuosa Sakura Ando, molto probabilmente sarà presentato a Cannes. Presente nella selezione di quest’anno a Berlino è invece Manhole di Kazuyoshi Kumakiri, già autore degli ottimi Sketches of Kaitan City, The End of Summer e My Man, che nel 2023 farà uscire anche un altro lavoro, 658 km Yoko's Journey.
Sempre interessante è scoprire cosa ha in serbo la regista Naoko Ogigami che in Hamon, in uscita in estate, esplora le connessioni fra nuove religioni e assistenza alla popolazione anziana. Shin’ya Tsukamoto ha annunciato sui social che ha finito le riprese del suo nuovo film, di cui non si conosce ancora titolo e tema, ma è in fase di montaggio e chissà se sarà pronto per Venezia o magari Cannes. Finiamo con un omaggio al decano dei registi giapponesi, Yoji Yamada, 91 anni ma ancora attivo, farà uscire il lungometraggio numero novanta di una lunga e gloriosa carriera il prossimo settembre, si intitolerà Konnichiwa kasan.

matteo.boscarol@gmail.com

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