VISIONI

Tutti i colori della danza al gran Gala Les Étoiles

AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
FRANCESCA PEDRONIITALIA/ROMA

Étoile: nel balletto è un danzatore dotato di imprescindibile artisticità nell’interpretazione e virtuosismo tecnico di levatura. La parola, francese, in lingua inglese corrisponde a Principal Dancer. Ma, al di là di carature negli organici di tradizione, il termine in senso più ampio conduce a un’aspettativa: danzatori di ogni stile abili nel far emergere il colore di ciò che si balla, un’onda in chiaroscuro che brilla nella dinamica del movimento muscolare, nei nervi, nella mobilità del disegno. Attesa mossa dal Gala Les Étoiles, dodicesima edizione, settimana scorsa all’Auditorium Parco della Musica di Roma, direzione artistica Daniele Cipriani.
NOMI IN SCENA di primo piano. Sergio Bernal, con il suo stile tra flamenco e contemporaneo, ha elettrizzato nell’oscurità del magnifico Obertura, un fuoco di ritmo e tenuta, che ha anticipato al Gala il debutto di Orgía. Marianela Nuñez, in coppia con William Bracewell (entrambi dal Royal Ballet di Londra) è stata una Odette di miracolosa umanità, complice una musicalità nel movimento che penetra il tormento della partitura di Ciaikovsky. Restando tra i classici, vittorioso è stato il mix tra virtuosismo e immersione nel guizzo popolare del balletto del pas de deux dal Don Chisciotte di Maia Makhateli e Giorgi Potskhishivili (Het Nationale Ballet, Amsterdam). Nuñez da parte sua ha svettato di solare perfezione anche nel tecnicissimo Grand pas Classique, sempre con Bracewell.
DUE GLI ITALIANI ospiti: Matteo Miccini (classe 1996, Stuttgart Ballet) e il giovanissimo (è del 2000) Alessandro Frola (Hamburg Ballett). Sensualità, tecnica, sfumature infinitesimali nel movimento per Miccini: con lui l’assolo Äffi di Marco Goecke sulla voce di Johnny Cash, pezzo firma del 2005, ritrova tutta la sua voracità espressiva. Frola in coppia con Madoka Sugai ha danzato due pezzi di John Neumeier, e le doti ci sono tutte tra tecnica, sottigliezza espressiva (in Spring and Fall), humour (Shall we dance?). Potente anche Marcelino Sambé (ancora Royal Ballet). Più che in Bella Addormentata, ha sfoderato il suo graffiante appeal nel seduttivo Carbon Life di Wayne McGregor in coppia con Anna Rose O’Sullivan. Applausi per Valentine Colasante e Paul Marque dall’Opéra di Parigi, Timothy Van Poucke, per l’ospite a sorpresa Alejandro Virelles dal Balletto Nazionale di Cuba e per la magnetica Polina Semionova (Staatsballett Berlin), cigno nero e interprete di sofisticata intimità nel bellissimo assolo Cinque firmato per lei da Mauro Bigonzetti.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it