INTERNAZIONALE

Kiev teme una nuova offensiva russa a marzo e chiede più armi. Mosca nega

DALLA GERMANIA IN ARRIVO I LEOPARD 1 E SI PARLA ANCORA DI F-16
SABATO ANGIERIuussia/ucraina

La primavera in Ucraina fa paura. I vertici del governo di Kiev e diversi centri studi internazionali continuano ad allarmare urbi et orbi sulla massiccia offensiva che le forze russe starebbero preparando per il mese di marzo.
SECONDO QUESTE PREVISIONI lo Stato maggiore russo avrebbe pianificato una sorta di seconda invasione e si moltiplicano le teorie sulle possibili direttrici d’avanzamento della fanteria, sugli obiettivi strategici e sul numero di forze che stavolta il Cremlino metterà in campo simultaneamente. Anche perché si stima che lungo la frontiera dell’Ucraina al momento ci sarebbero tra i 3 e i 500 mila militari pronti all’azione.
Tra le teorie più accreditate ne segnaliamo due. La prima vede i nuovi reparti muovere verso il Donetsk, occupare le città chiave e muovere verso sud, nei territori già controllati da Mosca fino a raggiungere nuovamente Kherson. La seconda è più articolata e ipotizza una gigantesca manovra a tenaglia con una parte delle truppe russe che avanzerebbero da nord-ovest, ovvero dalla Bielorussia, per muovere nuovamente verso la capitale Kiev.
L’AMMINISTRAZIONE di Volodymyr Zelensky ha delle ragioni evidenti per insistere: se l’offensiva dovesse effettivamente verificarsi le forze armate ucraine avranno bisogno del maggior numero di armi e mezzi possibile per resistere; se invece non dovesse avere luogo, quelle stesse armi potrebbero servire per una controffensiva. Da questa semplice considerazione nasce l’insistenza ucraina delle ultime settimane.
PRIMA I CARRI ARMATI, poi i missili a medio-lungo raggio e infine i caccia. Per i primi non è stato così difficile (anche se, lo ricordiamo, ci è voluto un anno) ma i missili e i jet al momento sembrano ancora lontani. Sarebbe un coinvolgimento troppo palese e il Cremlino potrebbe decidere che si è passato il segno. O almeno questo è il rischio, anche se gli Stati uniti hanno di recente annunciato che invieranno razzi a medio raggio da sparare con gli Himars (un tabù del passato) e il premier polacco, Mateusz Morawiecki, sostiene che il discorso sulla fornitura di F-16 non è ancora chiuso e che diversi capi di stato, tra i quali il neo-eletto presidente ceco Petr Pavel, sarebbero d’accordo se la Nato (in questo caso gli Usa) cambiassero idea.
INTANTO, secondo quanto riportano i media tedeschi, Berlino avrebbe approvato l’esportazione dei vecchi panzer, i Leopard 1, «non appena i lavori di riparazione termineranno». L’unico ostacolo rimane il reperimento delle munizioni da 105 millimetri che questi tank utilizzano. Una delle principali scorte mondiali di questi proiettili è detenuta dal Brasile, il quale però si è categoricamente rifiutato di inviare armi all’Ucraina.
Secondo il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, l’iniziativa russa partirà prima, il 24 febbraio, dato che «è risaputo, i russi hanno una vera e propria passione per gli anniversari». E sono in molti a temere che per quella data, a un anno dall’ingresso dei carri armati russi in territorio ucraino, le forze armate del Cremlino abbiano previsto qualcosa.
AL MOMENTO da Mosca hanno dichiarato che non sono previste cerimonie ufficiali e il portavoce del presidente Putin, Dmitri Peskov, sostiene che «a quanto gli risulta» non c’è nulla in programma per il 24 febbraio. Quasi contemporaneamente Peskov ha anche chiarito che i carri armati Occidentali non cambieranno molto, che anche la Russia ha le sue scorte di armi nei depositi militari e che, se dovesse servire, Mosca userà armi sempre più potenti, oltre a sottolineare che «il Donbass non è ancora completamente protetto, quindi l’operazione militare speciale continua». Quest’ultima dichiarazione è significativa perché la conquista del Donbass, o come dice Mosca la sua “liberazione”, sono dall’inizio una delle poche certezze che abbiamo rispetto agli obiettivi russi.
SECONDO KIEV il nuovo comandante in capo delle forze d’invasione russe Valerij Gerasimov ha ricevuto l’ordine di conquistare il Donbass entro marzo. Il che sarebbe un’ulteriore prova del fatto che un’offensiva russa sia imminente. Intanto nei pressi dei fronti aperti i due schieramenti scavano trincee e si preparano al peggio.

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