VISIONI

Mattarella, Benigni e le parole sulla costituzione antifascista

Nel monologo del premio Oscar riferimenti alla guerra in Ucraina e all’Iran
STEFANO CRIPPAITALIA/sanremo

Quasi a rete unificate con l’appoggio di Raiplay e di Radio2, la Rai mette in scena la settantatreesima edizione del festival di Sanremo che dopo le restrizioni per via della pandemia, riparte con la città dei fiori in pieno sold out: ristoranti pieni, case affittate a 250 euro al giorno… Ma nella kermessev«all inclusive» di Amadeus, la sorpresa nella serata inaugurale annunciata in mattinata arriva poco dopo le 8.30, è la presenza in sala in sala del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. È la prima volta di un capo dello Stato a Sanremo, in concomitanza con i 75 anni della Costituzione. A spiegare il senso della presenza di Mattarella, è il consigliere per la stampa e la comunicazione del Quirinale, Giovanni Grasso: «Quest'anno è il 75/o anniversario della Costituzione italiana, e il presidente ha già cominciato a partecipare a iniziative che riguardano questo anniversario, per esempio con il Giorno della Memoria. Ci sembrava giusto, visto che la Costituzione parla di promozione della cultura, un omaggio alla cultura, non solo quella alta, anche se non mi piacciono queste distinzioni, ma anche alla cultura popolare, e sicuramente Sanremo è il festival della cultura popolare».
AMADEUS in smoking argentato e Morandi in velluto bordeaux aprono la serata con un minuto di silenzio per le vittime del sisma che ha colpito la Turchia e subito dopo annunciano l’arrivo del presidente della Repubblica accompagnato dalla figlia Laura, mentre Morandi sulle note dell’orchestra intona l’inno di Mameli coinvolgendo il pubblico in sala. Poi l’arrivo di Benigni che con il festival ha una liaison di vecchia data, a partire dal 1980 l’anno del bacio a Olimpia Carrisi, al 2020, quando portò sul palco l'esegesi del Cantico dei Cantici, tra le allegorie bibliche, spiazzando chi immaginava un monologo politico e recitando un «inno all'amore». E poi nel 2011 l'ingresso in scena su un cavallo bianco, tricolore in spalla, per celebrare - a modo suo - i 150 anni dell'Unità d'Italia. Questa volta è appunto un inno laico, un monologo dedicato alla Costituzione con molti riferimenti all’attualità:
«L'ARTICOLO 21 della Costituzione è il mio preferito e il più importante: il pilastro di tutte le libertà dell'uomo». Roberto Benigni apre il suo monologo scegliendo proprio l'articolo sulla libertà di espressione. «Nello specifico la Costituzione recita:’tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero’. Un linguaggio semplice che sembra scritto da un bambino, di una forza e bellezza che si rimane stupiti. Ma se l'hanno scritto ce ne era bisogno - dice l’attore toscano - Perché durante il ventennio fascista non si poteva pensare liberamente».
E SOTTOLINEA: «L'articolo 21 ci ha liberati dall'obbligo di avere paura» - per poi fare riferimento alla guerra in Ucraina e alle proteste in Iran: «In Paesi molto vicini a noi gli oppositori vengono carcerati e incatenati, solo perché mostrano il volto o i capelli, o perché ballano e cantano. Quanto è meraviglioso e straordinario che in Italia tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Ce lo dobbiamo ricordare. La cosa migliore per il futuro è ricordarsi di avere il passato bene presente». Applausi e standing ovation, poi inizia la gara con Anna Oxa in total black.
Questa sera, la scaletta prevede l’esibizione degli altri 14 artisti in gara: in ordine di apparizione, Will, Modà, Sethu, Articolo 31, Lazza, Giorgia, Colapesce Dimartino, Shari, Madame, Levante, Tananai, Rosa Chemical, LDA, Paola e Chiara. A fine serata verrà compilata una nuova classifica, che comprenderà tutti e 28 gli artisti. Co-conduttrice, «la belva» Francesca Fagnani. Ospiti Al Bano e Massimo Ranieri, per la prima volta in trio con Gianni Morandi. All'Ariston anche la band americana dei Black Eyed Peas.

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