ECONOMIA

«Il Reddito non va abolito ma ampliato»

USB: LA PROTESTA
MARIO PIERROITALIA

Da Torino a Cagliari ieri l’unione sindacale di base (Usb) ha organizzato 25 cortei in altrettante città per rifiutare l’abolizione del cosiddetto «reddito di cittadinanza» agli oltre 600 mila beneficiari di questo sussidio di ultima istanza che sono stati definiti «occupabili», cioè «poveri abili al lavoro». Queste persone perderanno il sussidio a luglio. E poi torneranno nel sommerso. Il governo Meloni aveva annunciato una «riforma» entro lo scorso mese di gennaio ma ad oggi non ha ancora comunicato i dettagli. Nel 2024 il «reddito di cittadinanza» dovrebbe essere drasticamente modificato.
«Il reddito non va abolito, ma ampliato - sostiene il sindacato di base - Di fronte al carovita e alla crisi, infatti, il reddito può dare una risposta a quella parte della popolazione italiana che più sta pagando gli effetti della situazione. Ribadiamo la necessità di un innalzamento generale dei salari: l’abolizione del reddito altro non è che un tentativo di costringere i percettori ad accettare lavori indecenti».
«Con l'assenza di una prospettiva concreta di un'occupazione sicura e garantita - ha detto Enrico Rubiu, coordinatore regionale Usb Sardegna - la cancellazione del reddito di cittadinanza rischia solo di incrementare ancora di più le situazioni di poverta' e di favorire lo sfruttamento di tante persone». «Bisognerebbe - sostiene da Genova Sara Capaldini del sindacato (Usb) - migliorare il reddito di cittadinanza e introdurre il salario minimo. È un argine sul ricatto dei bassi salari».
Per il segretario Cgil della Calabria Angelo Sposato a luglio la decisione del governo colpirà circa centomila persone: «Sarà un evento molto traumatico».

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