Brasile, senatore: Bolsonaro voleva arrestare il giudice
In un articolo sul popolare settimanale Veja, il senatore brasiliano Marcos do Val del partito Podemos (centrodestra, niente a che vedere con l’omonima formazione spagnola) ha rivelato che l’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro e l’ex deputato federale (ora in carcere) Daniel Silveira, in un incontro, avrebbero cercato di spingerlo a strappare frasi compromettenti al giudice della corte suprema Alexandre De Moraes, per trovare un motivo per arrestarlo e liberare il campo dal più grande ostacolo al rovesciamento del risultato delle ultime elezioni presidenziali. L’incontro sarebbe avvenuto il 9 dicembre, Bolsonaro sarebbe avrebbe manifestato la paura di essere arrestato dopo aver perso le elezioni due mesi prima. Il senatore do Val ha detto che ora lascerà il Brasile.
Contro la Cina, gli Usa ri-sbarcano nelle Filippine
Washington e Manila hanno annunciato un accordo che garantirà agli Usa l’accesso ad altre quattro basi militari nel paese asiatico oltre alle cinque a cui hanno già libero transito, e il diritto a costruire proprie strutture. È la più alta presenza militare americana in trent’anni, da quando nel ’92 le proteste di piazza costrinsero gli Stati uniti a chiudere la loro ultima base militare autonoma, retaggio coloniale di quando le Filippine erano territorio americano. Si stringe ulteriormente nel Pacifico la morsa contro la Cina, che secondo un generale americano potrebbe invadere Taiwan già nel 2025. "Un grande accordo", ha commentato il capo del Pentagono Lloyd Austin. Favorito dal ritorno al potere di un Marcos (Ferndinand jr, il figlio dell’ex dittatore), che ha subito aperto agli Stati uniti. E alla vigilia della visita a Pechino del segretario di stato Antony Blinken, la prima in cinque anni, che incontrerà un Xi Jinping piuttosto irritato.