VISIONI

Guided by Voices, irrequieti e molto prolifici

ROCK
FRANCESCO BRUSCOgb

Quella dei rinnovati Guided by Voices è una storia di alta fedeltà, comunque la si veda. Storia di addii e di riconciliazioni a non finire, per Robert Pollard e la sua benedetta incapacità di staccarsi dalla propria creatura. Prolifica come agli inizi, se non di più: La La Land è il decimo album in poco meno di cinque anni, quindicesimo dall’ultima reunion del 2016. Un opus discografico crescente in quantità e, per l’appunto, in fedeltà, considerato quanto poco rimanga dell’originario approccio lo-fi della band. Un album col suo proprio gusto, come tutti i precedenti, del resto.
STAVOLTA il sentore prevalente è quello degli Who, apprezzabile sin dallo strumming chitarristico di Released Into Dementia, vieppiù tangibile in Cousin Jackie, senz’altro parente del Cousin Kevin di Tommy. Alla forma dell’opera rock - che dissacra l’orizzonte sentimentale evocato dal titolo - rimandano la maggior complessità strutturale, le atmosfere irrequiete di Queen Of Spaces e Wild Kingdom, e la lunghezza di brani come Slowly On The Wheel, che con i suoi sei minuti è quasi una suite per gli standard di un Pollard che, per il resto, rinnova la sua fedeltà ai modelli di sempre e soprattutto a se stesso. 

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