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LE LETTERE

AA. VV.ITALIA

Perché «Il giorno della Memoria» è il 27 gennaio?
Caro manifesto, il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entrano nel campo di sterminio di Auschwitz, liberando gli ultimi superstiti. Di qui la scelta della data. Alle celebrazioni del giorno della Memoria al campo di sterminio di Auschwitz ci risulta non sia stata invitata la delegazione russa. L’Anppia di Torino, ricordando il sacrificio immane dei sovietici che hanno liberato l’Europa dal nazifascismo, ritiene particolarmente scorretto, antistorico e grottesco che in questa occasione manchi la delegazione russa.
L’Anppia di Torino si augura che ci sia un ripensamento.
Boris Bellone, Segretario Anppia, Torino


Per una «leva» pacifista
Il vero punto su cui può far leva un’iniziativa politica pacifista (anche a livello sovranazionale) deve essere considerato su 2 temi: 1) considerare l’Europa come spazio politico su cui intervenire internazionalizzando il movimento (qualche segnale in questa direzione lo si sta ravvedendo); 2) aprire il confronto sulla non coincidenza Nato/Ue. Con tutte le remore del caso (deficit democratico, modello economico) porre come fatto politico la questione dell’autonomia dell’Ue dalla Nato può diventare obiettivo unificante su cui far leva per costruire una solidità politica del movimento pacifista. Grazie per l’attenzione.
Franco Astengo


Ancora in piazza per la pace
Sono una vostra lettrice veterana -vi leggo da quando siete usciti- e vorrei sollecitare il giornale a farsi promotore per organizzare una giornata di protesta nazionale contro l’invio di armi all’Ucraina, al fine di non favorire l’escalation in atto che potrebbe portare l’Europa in guerra contro la Russia, e aprire la strada ad un conflitto con armi nucleari. Non è sufficiente segnalare il pericolo nei vostri articoli, credo sia importante prendere iniziative concrete e sollecitare i cittadini a manifestare in molte città in una giornata nazionale dedicata alla Pace, al rifiuto della guerra come strumento di soluzione delle contese internazionali, senza prendere parte per l’uno o l’altro degli opposti schieramenti, smascherando i reali contendenti in campo: le potenze imperialiste degli Stati Uniti d’America e della Russia.
Cristiana Perego


Il riarmo del governo per «reintegrare» i depositi
Il nostro ministro della guerra, Guido Crosetto, ha dichiarato che, è evidente, le nostre armi che stiamo inviando a Kiev, "devono essere reintegrate" onde evitare che il nostro sistema difensivo resti scoperto. Ora, tralasciando, per carità di patria, il palese conflitto d’interessi del suddetto ministro ex (?) membro del consiglio di amministrazione di diverse industrie belliche, viene da chiedersi dove questo governo pensa di reperire i soldi necessari a riempire le patrie santabarbare. Cosa faranno: taglieranno altri fondi alla sanità? Accorceranno di qualche mese il Reddito di Cittadinanza? Metteranno un’altra accisa sui carburanti? Sicuramente qualcosa del genere faranno, in Italia di una cosa possiamo essere certi: i soldi possono mancare per tutto tranne quando servono per le armi, in questi casi ci sono sempre. Anche se sempre più famiglie stanno precipitando nell’indigenza, per il nostro (?) governo la priorità è acquistare armi, sempre più armi, ne va della nostra sicurezza nazionale, moriremo di fame ma ben protetti da eventuali invasori, sono soddisfazioni!
Mauro Chiostri


Egitto di al-Sisi e Regeni, le chiacchiere di Tajani
Tre giorni fa il ministro degli esteri Tajani, ci ha detto che Al-Sisi è disposto a collaborare sul caso Regeni. Oggi di 7 anni fa il sequestro e poi l’assassinio. L’altro ieri ad un altro incontro ha detto: "Continuiamo a lavorare per raggiungere la verità, perché i colpevoli dell’omicidio vengano condannati”. Bisogna ricordare al ministro che quello che l’altro ieri ci ha ricordato, andava bene 6 anni fa. Sarebbe interessante sapere cosa ha replicato ad Al-Sisi e se le esatte parole riferite da Al-Sisi le abbia già riportate ai magistrati italiani.
Peppe Amato

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