INTERNAZIONALE

Tajani in un Egitto che non c’è: affari e «collaborazione» su Regeni

NELLA VISITA DEL MINISTRO NESSUN ACCENNO ALLA SITUAZIONE DEGLI EGIZIANI: POVERI E OPPRESSI
CHIARA CRUCIATIitalia/egitto/il cairo

La visita del ministro degli esteri Antonio Tajani al Cairo racconta di un paese che non c’è. Negli incontri con il presidente al-Sisi e l’omologo egiziano Shoukry, a tre giorni dal 12° anniversario della rivoluzione di Tahrir, fuori dalla discussione sono rimasti due temi centrali per comprendere l’Egitto di oggi: l’abuso sistematico dei diritti umani e la reale situazione socio-economica. O meglio, i due temi sono stati trattati ma ammantati di una retorica che nasconde la realtà. Sull’omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni, sette anni fa al Cairo, e sul processo in corso contro lo studente egiziano Patrick Zaki, sarebbe stato lo stesso al-Sisi a sollevare l’argomento promettendo una «forte collaborazione per rimuovere gli ostacoli» che finora non c’è mai stata. Cosa abbia risposto Tajani non è dato sapere. Nessun accenno agli altri 60-100mila prigionieri politici.
Sulla questione economica, si è discusso di energia e del sogno italiano di «diventare un grande hub energetico d’Europa» (storica la collaborazione tra Il Cairo e Eni, soprattutto dopo la scoperta dei mega giacimenti sottomarini di gas: «Un miliardo di metri cubi» verso l’Italia nel 2022, «3 miliardi» previsti per il 2023, ha detto Tajani) e di intese a favore delle imprese italiane attraverso l’organizzazione di un Business Forum. Pure nel settore sanitario privato: sotto gli occhi del ministro è stato firmato un memorandum tra il ministero della salute egiziano e il Gruppo San Donato. Accordi con un paese che non c’è, se si pensa di discutere di sanità privata mentre gli egiziani affrontano una crisi economica feroce, letteralmente incapaci ormai a reperire medicine e cibo.
Un paese al collasso che investe in armi e progetti infrastrutturali (affidati all’esercito) con un debito estero triplicato sotto al-Sisi, 160 miliardi di dollari. Gli egiziani hanno fame, ma per questo non c’è stato spazio nella visita di Tajani. A rispondere è l’opposizione italiana, concentrandosi sul caso di Regeni. «Chiederemo a Tajani di spiegare se la preannunciata collaborazione riguarda anche quella giudiziaria», dicono Quartapelle e Serracchiani (Pd). «Ma con quale faccia va a dire pubblicamente che l’Egitto rassicura che sarà fatta giustizia sull’omicidio di Giulio Regeni?», il commento di Fratoianni (Sinistra italiana).
«Oltraggioso questo mantra sulla collaborazione egiziana, totalmente inesistente», le parole dei genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni. 

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