ECONOMIA

Borgo Mezzanone, ennesima tragedia nella baraccopoli

Due migranti, un uomo e una donna, muoiono nel sonno per le esalazioni di monossido di carbonio dal braciere per scaldarsi
RICCARDO CHIARIITALIA/BORGO MEZZANONE (FOGGIA)

Piange altre due vittime la baraccopoli di Borgo Mezzanone, dove migliaia di migranti che lavorano nelle campagne della Capitanata sono costretti a sopravvivere in condizioni indicibili, in un ghetto definito dalla burocrazia «insediamento informale», sorto ben trent’anni fa nelle campagne di Manfredonia, a pochi chilometri da Foggia e non ancora smantellato.
QUESTA VOLTA A MORIRE sono stati un ragazzo gambiano e una donna nigeriana, uccisi nel sonno dalle esalazioni di monossido di carbonio prodotte da un braciere messo accanto al letto per scaldarsi un po’. Altri due braccianti che dormivano nella stessa baracca sono rimasti intossicati, ma non sono in pericolo di vita.
TRE SETTIMANE FA una stufa in cortocircuito aveva bruciato un’altra baracca, in quel momento fortunatamente vuota. E solo dieci giorni fa, nell’altro insediamento gemello di Torretta Antonacci, il «gran ghetto» nelle campagne di San Severo, solo per un caso fortuito il rogo di altre due baracche non aveva provocato vittime. Ma di morti se ne contano tanti negli ultimi anni, dal giovane gambiano Yusupha Joff nel giugno scorso al senegalese Mohamed nel 2020, e ancora il nigeriano Emmanuel e la camerunense Elvis, anche loro intossicati tre anni fa dai fumi di un braciere, sempre a Borgo Mezzanone.
Troppi lutti, troppa insicurezza, troppo degrado. Così oggi i braccianti di Borgo Mezzanone faranno sciopero, proclamato dalla Flai Cgil della Capitanata. «L’unico modo per evitare il ripetersi di simili tragedie è chiudere una volta per sempre queste baraccopoli – ribadiscono ancora una volta la Cgil e la Flai - e costruire condizioni dignitose di accoglienza e inclusione dei lavoratori stranieri. Alle famiglie delle vittime va il nostro cordoglio, e la promessa di un impegno sempre maggiore per smantellare i ghetti».
Anche perché in situazioni del genere i migranti sono nella maggioranza dei casi reclutati da "caporali", sottopagati e costretti a turni di 12-14 ore al giorno.
Il quotidiano locale Foggia Today ha rilevato che lo scorso anno sono stati ben 150 gli interventi dei Vigili del fuoco nel ghetto di Borgo Mezzanone, sorto su quella che un tempo era una ex pista militare, in gran parte per spengere roghi e bonificare le aree colpite. «Nel ghetto si continua a morire – tira le somme il segretario generale della Flai, Giovanni Mininni - nella colpevole indifferenza delle istituzioni, della politica, ed anche di una intera società per cui è più comodo girarsi dall’altra parte. Oggi, invece di pensare a politiche di accoglienza e integrazione, si ragiona su come far circumnavigare l'Italia alle navi delle Ong, colpevoli soltanto di salvare vite».
SULLA STESSA LINEA LA FAI CISL, che con Onofrio Rota chiede a governo e regioni «di attivarsi immediatamente per utilizzare in maniera concertata i 200 milioni stanziati tramite il Pnrr e finalizzati a realizzare alloggi dignitosi per i lavoratori agricoli, per superare definitivamente la politica delle baraccopoli dove vivono almeno 10mila braccianti». I sindacati dell'agroindustria, Flai in testa, hanno chiesto un incontro urgente alla Prefettura di Foggia, «per fare il punto sui progetti di superamento degli insediamenti informali, per i quali il ministero del Lavoro ha stanziato oltre 110 milioni per la sola Puglia. Chiamando allo stesso tavolo l’amministrazione di Manfredonia, comune nel quale rientra la borgata di Mezzanone, destinatario di circa 54 milioni e responsabile della stesura dei progetti relativi al superamento di quel ghetto, e quella di San Severo, a cui sono stati destinati 28 milioni per cancellare a sua volta il Gran Ghetto».

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it