INTERNAZIONALE

La Polonia e il “patto baltico” manderemo i nostri Leopard

MENTRE IN GERMANIA UN MINISTRO DICE SÌ E UN ALTRO DICE NO
GIUSEPPE SEDIAgermania/polonia/ucraina

Prove di coesione in corso tra i paesi Ue sulla fornitura di carri armati Leopard 2 all'Ucraina. Non sarà facile dopo il ni della Germania e la fumata nera di venerdì scorso al summit di Ramstein. A quanto pare Berlino sperava che l’amministrazione Biden mostrasse di voler fare il suo mettendo a disposizione di Kiev i propri M1 Abrams. Secondo una notizia data dalla Reuters e riportata dalla Süddeutsche Zeitung, a Washington avrebbe dato fastidio il tentativo fatto dai tedeschi di imporre un contributo in carri armati agli Stati Uniti da dispiegare sul fronte ucraino.
DA QUI ANCHE la scelta di rinviare una decisione «che non dovrà essere presa in modo affrettato», come suggerito dal ministro della difesa tedesco, Boris Pistorius, interpellato ieri sull’argomento dalla tv pubblica tedesca Ard. Si tratta di un chiaro invito alla prudenza: «Il Leopard è un mezzo armato pesante che può essere utilizzato anche a scopo offensivo. Bisogna riflettere con molta attenzione prima di decidere di portarli».
Ma una risoluzione non dovrebbe tardare ad arrivare se si segue il discorso fatto il giorno prima dalla sua collega agli esteri, Annalena Baerbock, che ha invece aperto all’invio di Leopard già acquistati da altri paesi: «Se ci viene chiesto, allora non ci metteremo in mezzo». Berlino pensa alla propria sicurezza nazionale ma non sembra disposta a mettere i bastoni tra le ruote ai paesi più interventisti dell’asse Nato-Ue: «Sappiamo quanto siano importanti questi carri armati ed è per questo che ne stiamo discutendo ora con i nostri partner. Dobbiamo assicurarci che le vite delle persone vengano salvate e il territorio dell'Ucraina liberato», ha aggiunto la leader dei Verdi nel suo paese.
MENTRE IL GOVERNO tedesco prova a prendere tempo, la Polonia e le repubbliche baltiche stanno spingendo per esaudire, senza farsi troppe domande, le richieste del presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskyj. Varsavia, dal canto suo, spera di radunare intorno a sé un gruppo di paesi favorevoli all’invio dei tank di produzione tedesca in direzione Kiev. Il premier polacco Mateusz Morawiecki della destra populista di Diritto e giustizia (Pis) ne farà gentile richiesta alla Germania che attualmente ha a disposizione 350 Leopard di seconda generazione. Al momento Berlino può contare su un decimo del numero totale di Leopard 2 acquistati nel corso degli anni dagli eserciti di una ventina di paesi. A ben guardare trattasi soltanto di una formalità visto che il governo polacco non pare intenzionato a fare marcia indietro sulla questione: «Anche se non dovessimo ottenere il via libera. Invieremo comunque all’Ucraina i nostri carri insieme ad altri paesi, a condizione di formare una piccola coalizione di stati favorevoli», ha detto il primo ministro del Paese sulla Vistola in una conferenza stampa a Poznan.
MORAWIECKI ha già 14 Leopard pronti per la consegna, troppo pochi per soddisfare le esigenze dell’esercito ucraino. Eppure altri paesi potrebbero seguire a ruota. E gli alleati non sembrano di certo mancare in questa parte d'Europa. Il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis sta chiedendo l’invio di carri armati all'Ucraina da novembre scorso. Sempre nella giornata di ieri il presidente della Lettonia, Egils Levits, ha lanciato un appello al cancelliere tedesco Scholz per incassare il sì di Berlino: «Bisogna fare il possibile per permettere all’Ucraina di difendersi», ha dichiarato Levits.
Ma la Polonia sta lavorando sotto traccia anche per convincere i paesi dell’Europa occidentale a mandare veicoli da combattimento terrestre in Ucraina. Macron ad esempio, sempre domenica scorsa, non si è sentito di escludere l’invio in Ucraina di tank Leclerc utilizzati ancora oggi dall'esercito degli Emirati Arabi Uniti nella guerra in Yemen.

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