INTERNAZIONALE

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REDAZIONE ESTERI egitto/afghanistan/brasile

Tajani in Egitto: «Paese importante per la stabilità»
Il ministro degli esteri Antonio Tajani è arrivato ieri sera al Cairo, nuova tappa del tour mediterraneo (nei giorni scorsi è stato in Turchia e Tunisia) per incontrare i paesi coinvolti, a titolo diverso, nel conflitto in Libia e nella lotta all’immigrazione. Tajani vedrà oggi l’omologo Shoukry. Sul tavolo tre temi che hanno fatto dell’Egitto di al-Sisi riferimento europeo nonostante la documentata macchina repressiva che in dieci anni ha cambiato il volto del paese e della sua società civile: lotta ai migranti, crisi regionali, affari commerciali, militari ed energetici. Il viaggio di Tajani avviene a pochi giorni dal 25 gennaio, 12° anniversario della rivoluzione di Tahrir e settimo dalla scomparsa al Cairo del ricercatore italiano Giulio Regeni, trovato morto il 3 febbraio 2016. «Continueremo a insistere su queste questioni (Regeni e Patrick Zaki, ndr) - ha detto Tajani prima della visita - ma dobbiamo avere relazioni diplomatiche con un paese così importante per la stabilità dell’intera area».

Onu: «Passi avanti nel dialogo con i talebani»
«È stato fatto qualche passo avanti», ha affermato la vicesegretaria generale Onu, Amina Mohammed, alla guida di una delegazione che ha tenuto colloqui con i talebani sui diritti delle donne in Afghanistan, dopo che il mese scorso è stato loro proibito di frequentare l’università e di lavorare per le Ong. «Sono state fatte delle eccezioni - ha spiegato Mohammed - agli editti che riguardavano il settore sanitario»: ad alcune Ong è stato infatti concesso di riprendere a impiegare donne. La delegata Onu ha osservato che non si tratta certo di un progresso sufficiente, ma che «uno spiraglio è stato aperto» e che è importante «tentare di stabilire un dialogo» con i talebani affinché le donne non restino «vittime del fuoco incrociato» fra regime afghano e comunità internazionale.

Lula «licenzia» il capo dell’esercito dopo 15 giorni
Dopo solo 15 giorni in carica, il presidente brasiliano Lula ha rimosso dal comando dell’esercito il generale Julio Cesar de Arruda. Decisione annunciata dopo l’incontro fra Lula e i vertici delle forze armate a Brasilia per affrontare il tentato golpe dell’8 gennaio. A de Arruda subentrerà Tomas Miguel Ribeiro Paiva, comandante per il Sud-est.

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