VISIONI

Dalla fine al principio, vite in transito

MAZZINO MONTINARI italia

La curiosità più mainstream spinge verso due titoli: Oppenheimer di Christopher Nolan e MaXXXine di Ti West. Due registi che pur lavorando su generi tradizionali, riescono a proporre uno sguardo originale, inquietante, mettendo alla prova lo spettatore. L'attesa è soprattutto per la chiusura della trilogia di Ti West che, dopo X – A Sexy Horror Story e Pearl (per ora visto solo alla Mostra del Cinema di Venezia), si accinge a rivelare le sorti di Maxine e Pearl, a partire dal quel ranch (il luogo dove sono ambientati i primi due titoli) che sembra fuori dal mondo e che invece in modo speculare ne rivela demoni e orrori.
E QUANDO si indaga sul lato oscuro di questo pianeta, non si può non pensare al Progetto Manhattan, ossia al programma con base a Los Alamos nel Nuovo Messico, che portò alla realizzazione della prima bomba atomica, in altre parole alla possibile distruzione della Terra. A distanza di otto anni dalla notevole serie televisiva, Manhattan, ideata da Sam Shaw, il film di Nolan torna su uno dei momenti cruciali della nostra esistenza collettiva. E il fatto che ancora oggi si parli (spregiudicatamente) dell'uso di armi nucleari rende attuale un film che solo in superficie si può definire un'opera biografica.
Il cinema è anche ricerca, esibizione di uno sguardo indipendente, certamente non solipsistico. E dunque, altri due nomi per il 2023: Claudia Brignone e Vanina Lappa. La prima con un progetto che idealmente si oppone ai film di West e Nolan. Con Tempo d'attesa, l'attenzione si sposta dalla fine all'inizio di una vita umana. A parlare, rivolte a un'ostetrica di socratica memoria, sono donne (e uomini) che condividono le loro sensazioni di future madri, con le incertezze, le paure, i ricordi del passato, i dolori e le gioie. Un'esperienza che solo nominalmente può considerarsi privata.
Come Brignone, anche Lappa gioca sulle relazioni e i conflitti che la vita e, di riflesso il cinema, generano continuamente. In Nessun posto al mondo, cambia l'ambientazione, il monte Cervati, sull'Appenino lucano. E mutano i protagonisti, i pastori che guidano la transumanza. Una ricognizione in un territorio popolato da esistenze in movimento che attraversano il tempo e lo spazio.

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