INTERNAZIONALE

Usa, il flop McCarthy blocca la Camera

Per la prima volta in 100 anni il candidato speaker non ha la maggioranza. Sintomo dello sbando nel Gop
LUCA CELADAUSA

È continuato per un secondo giorno il caos istituzionale che sta paralizzando il Congresso degli Stati uniti, incapace di eleggere uno speaker della Camera. L’elezione del presidente della Camera, e leader dell’opposizione, spetta al Gop che alle ultime elezioni ha riconquistato la maggioranza nella camera minore. Lo speaker rappresenta la terza carica dello stato e la sua designazione deve precedere l’insediamento ufficiale dei nuovi parlamentari. In altre parole senza speaker la Camera non può venire ufficialmente convocata ed il Congresso non è in grado i iniziare il proprio lavoro.
TUTTI I RIFLETTORI sono puntati su Kevin McCarthy, conservatore californiano da tempo considerato speaker in pectore dato che non ha mai fatto segreto di avere mire sulla prestigiosa poltrona per la quale manovra da mesi – anni, dice chi lo conosce meglio. Giovane esponente dei “young guns” conservatori negli anni Obama, ha scalato in fretta i ranghi e quando il partito è stato dirottato da Trump sui binari nazionalpopulisti è stato fra i primi ad fiutare l’aria e genuflettersi al nuovo capo.
A Trump McCarthy è stato fedelissimo con l’unica defaillance durante il tentato golpe del 6 gennaio 2020 quando dal Campidoglio assediato telefonò disperatamente più volte al presidente affinché ritirasse i suoi sgherri. In seguito aveva dichiarato di ritenere Trump diretto responsabile di quei fatti, ma il moto di riprovazione era durato un attimo. Un paio di settimane dopo era accorso alla reggia di Mar-A-Lago ad inchinarsi nuovamente e chiedere l’investitura come futuro speaker.
Ma in quello che doveva essere il giorno della sua investitura, nel parlamento è andata in scena una pubblica guerra civile fra fazioni trumpiste. Le aspirazioni di McCarthy si sono scontrate con la rivolta degli ultra-Maga. Un manipolo di oltranzisti e complottisti dell’ala destra del partito – il cosiddetto Freedom Caucus - si è ribellato votando per Jim Jordan, complottista dell’Ohio. Per tre votazioni consecutive i ribelli guidati da Matt Gaetz, estremista della Florida, hanno privato McCarthy di una ventina di voti necessari alla nomina. Per la prima volta dal 1923 non è stato possibile eleggere uno speaker nel giorno dell’insediamento, dopo tre scrutini e ore di vane trattative la seduta è stata sospesa e rinviata.
IL GIORNO SUCCESSIVO, ieri, il copione si è ripetuto e la seduta (ancora in corso al momento di scrivere) è iniziata con una quarta fumata nera per McCarthy - stavolta il candidato guastatore messo in campo dai ribelli è stato l’afroamericano integralista evangelico Byron Donalds. Il tutto ha rappresentato una solenne figuraccia per il partito repubblicano già ammaccato dalla deludente performance alle elezioni di metà mandato in cui i democratici sono riusciti a conservare il controllo del Senato a fronte delle sconfitte di una serie di candidati sponsorizzati da Trump.
Al 57enne McCarthy (era stato modello per Frank Underwood, il politico interpretato da Kevin Spacey in House of Cards) i ribelli imputano un insufficiente ardore populista ed una eccessiva disponibilità ai compromessi pragmatici con Biden. Lo scontro in atto è in parte fra due generazioni di trumpisti, i “convertiti” dalla vecchia guardia del partito ed i “fanatici” eletti in anni recenti, vicini all’area insurrezionalista e Qanon. Per questi “influencer Maga” l’insubordinazione è in parte performativa, senza specifiche rivendicazioni e quindi refrattaria ad ogni negoziato. Lo stesso Trump si è limitato ad un sostegno lapidario via social media, a quello che chiama «il mio Kevin», senza però mettere in riga il fronte dei “giovani”.
Prima del voto intanto, la deputa Lauren Boebert, esponente dell’ala pistolera, ha trovato il tempo per celebrare la rimozione dei metal detector dall’entrata della Camera in un video Tik Tok, mentre Gaetz ha scritto una lettera chiedendo la rimozione degli effetti personali che McCarthy aveva preventivamente fatto traslocare nei locali riservati allo speaker.
LO SPETTACOLO ha restituito la fotografia di un Gop allo sbando in balia delle correnti oltranziste, senza un progetto operativo interno, incapace perfino di mettere in atto il sabotaggio della restante agenda Biden. Quest’ultimo è intervenuto esortando i deputati a risolvere la situazione per evitare ulteriori figuracce del paese agli occhi del mondo. In un senso più lato la crisi è infatti indicativa di una nazione che stenta ancora a trovare una exit strategy dall’era trumpista.

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