CULTURA

Quando il piccolo Truman Capote era amico dell’anziana cugina Sook

ANDERSEN, LINDGREN, EXUPÉRY, RODARI E LA FONTAINE
ARIANNA DI GENOVAITALIA

La Regina delle nevi di Hans Christian Andersen è una fiaba complessa, a scatole cinesi: ne racchiude sette e si apre a scrigno come se ogni episodio fosse un girone (infernale anche) di un romanzo di formazione, per nulla edulcorato, anzi, infarcito di crudeltà e cattiverie. Protagonisti sono due bambini, Gerda e Kay: intraprendono un tragitto denso di insidie, schivando incantesimi e stregonerie, sfidando il terribile inverno nordico con i suoi affilati ghiacciai, che gelano pure i cuori. Per Gribaudo (che fra i libri «festivi» presenta anche I racconti di Natale di Charles Dickens per bambini, a cura di Valentina Camerini), la Regina riappare nella versione adattata poeticamente da Martina Forti, con le illustrazioni di Sara Pilloni (pp. 144, euro 14,90).
L’INVERNO INNEVATO è anche al centro della storia, pubblicata per la prima volta nel 1951, della scrittrice svedese Astrid Lindgren: Quando Johan trovò una vitellina. Ora la ripropone Camelozampa (pp. 40, euro 17), con le illustrazioni di Marit Törnqvist. Scorre la vita rurale di Småland, con le sue tragedie e improvvise gioie. La perdita di una vacca – morta ingerendo un chiodo – nella casa di Johan è una sventura della povertà che mette a repentaglio una intera famiglia. Ma un giudice ricco, distratto e un po’ ubriacone può fare la differenza con un dono inaspettato e generoso. Da avvolgere, però, in un segreto, un patto di complicità e silenzio.
Mondadori punta invece sul Piccolo Principe, quell’eterno conte philosophique uscito nel 1943 in America, presso la casa editrice Reynal & Hitchcock. La traduzione è opera della poeta Chandra Livia Candiani e le tavole artistiche sono realizzate da Beatrice Alemagna (pp. 128, euro 19). Dopo i disegni dello stesso autore Antoine de Saint Exupéry – che indicava come solo «ricordi» – è difficile reinventare quel bambino venuto dallo spazio. Ma Alemagna, spiega Anna Castagnoli nell’introduzione, sceglie di dare corpo e volto anche agli adulti che costellano il racconto: affiancandoli a quel ragazzino minuscolo, riesce a riconsegnarlo alla sua fragilità e malinconia.
La strenna di Donzelli è un classico che ha attraversato palcoscenici, grandi e piccoli schermi, scritto da un autore come Truman Capote. Ricordo di Natale (pp. 64, euro 16, illustrazioni di Beth Peck) fu infatti uno dei tre racconti pubblicati nel 1958 nel volume dal titolo Colazione da Tiffany: raccoglieva un romanzo breve e tre short stories e consacrò una volta per tutte Capote come indiscusso maestro della letteratura americana. È una dolce amicizia fra un ragazzino (Buddy) e una signora piuttosto agée, definita una lontana cugina. L’improbabile coppia sconfigge l’isolamento e l’emarginazione a cui è destinata, preparando panfrutti per i parenti, girovagando nel bosco e lanciandosi in qualsiasi avventura.
L’ESPERIENZA è autobiografica perché lo scrittore fu affidato, piccolissimo, all’anziana cugina Sook e dimenticato dai suoi genitori. Quello narrato nel libro sarà l’ultimo Natale trascorso insieme. Così detta la vita e le separazioni sono necessarie.
Per Gianni Rodari e la sua sfrenata fantasia Il pianeta degli alberi di Natale (Einaudi ragazzi, pp. 160, euro 16, illustrazioni di Miguel Tanco, introduzione di Paolo Di Paolo) è l’unico posto al mondo dove poter riavere indietro i mesi belli, bissandoli e in cui le ore non sono come le nostre («le sette del mattino, per esempio, capitano un po’ più tardi»). C’è pure una Befana che vola a cavallo di un razzo, mentre gli arcicani si avventano sulle astronavi. A sbarcare in pigiama - e su un cavallo a dondolo siderale - su quell’altrove sregolato sarà il bambino Marco: lì è sempre festa e gli abeti sono addobbati pure se è ottobre perché il tempo non segue i ritmi terrestri.
Favole di Jean de La Fontaine, con le impressionanti tavole di Rébecca Dautremer è l’albo edito da Terre di Mezzo come strenna (pp. 80, euro 20). Ritroviamo intatti nei secoli il leone e il topo, la cicala e la formica, il corvo e la volpe: ventisei favole senza età, ispirate agli antichi scritti di Esopo. Nella versione di La Fontaine incarnano una critica al potere e alla società dell’epoca, fustigando soprattutto la corte di Luigi XIV.
IL NATALE SIGNIFICA anche attesa dei regali. E in quel momento di sospensione due amici riuniti nella stessa casa per la celebrazione, decidono di giocare a «buio». Nell’oscurità della camera, al tatto, gli oggetti che hanno raccolto e poi sparso sul pavimento diventano via via altro, personaggi alieni. L’incanto del buio (Orecchio Acerbo, pp. 32, euro 16,50, scritto da Francesca Scotti e accompagnato dalle bellissime illustrazioni di Claudia Palmarucci) svanisce quando qualcuno dei «grandi» accende la luce. Ma ormai i desideri si sono incamminati sui sentieri del futuro.

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