ECONOMIA

«Blitz respinto ma ci riproveranno: devono dare segnali ai loro elettori»

INTERVISTA A MARCO GRIMALDI, CAPOGRUPPO DI AVS IN COMMISSIONE BILANCIO
MASSIMO FRANCHIITALIA/ROMA

Marco Grimaldi, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra italiana in commissione Bilancio alla Camera, lei e i suoi colleghi eravate da giorni in attesa della presentazione del maxiemendamento del governo sulla legge di Bilancio. Un ritardo immotivato che ora si è finalmente chiarito: la maggioranza stava tramando per un condono fiscale per gli evasori.
Sì, abbiamo respinto il blitz del governo sui reati finanziari, un gravissimo tentativo di soddisfare i desideri dei ceti finanziari predatori di questo paese. La destra sta cercando di dare segnale precisi al suo elettorato. Ma questa volta siamo riusciti a bloccarla perché le opposizioni si sono fatte trovare pronte e unite.
Lei da giorni sosteneva che il ritardo «non era dovuto al dilettantismo della destra ma alla loro malafede». Aveva ragione.
C’era stato anticipato dal sottosegretario all’Economia Freni che sarebbe arrivato un cosiddetto «pacchetto giustizia», così abbiamo richiesto la presenza di Giorgetti in commissione per svelarlo, mettendolo in grande difficoltà. Volevano tentare di portare questa parte sullo scudo fiscale e non ci sono riusciti ma ci sono altri tentativi. Ma che senso ha in una legge di bilancio estendere la caccia con abbattimento selettivi per tutta la fauna nelle città e le aree parco? Che senso ha parlare di intercettazioni o di 007?
Nel frattempo però siamo alla sera del 20 dicembre e la legge di Bilancio è ancora un rebus...
Siamo al nono giorno di seduta continua: abbiamo iniziato lunedì scorso, non c’è ancora un articolo della manovra votato. Io ho parlato per 14 ore per contestare le misure della destra e presentare i nostri emendamenti. Noi ne abbiamo depositati duecento e segnalati solo 34 per evitare alibi a Giorgetti che da tempo agitata lo spettro dell’esercizio provvisorio.
Anche questa è stata una strategia della destra?
Questa è una manovra che non sarà discussa dalle camere anche per ragioni di tempi. Però proprio per questo non c’era bisogno di presentare un testo di 138 articoli e cinque plichi di documenti.
Il Pd sosteneva che la destra avrebbe fatto una manovra scassa conti. Invece l’austerità è addirittura aumentata.
Si sbagliavano. Giorgetti fin dal primo momento ha parlato solo di «prudenza». E così è stato: la Fornero è ancora lì, gli extraprofitti sono stati diminuiti nonostante sette aziende siano sotto inchiesta per aver truffato gli italiani cambiando i contratti sull’energia. È una manovra che mette le mani nelle tasche dei pensionati e colpisce i più poveri e non interviene sulla pandemia salariale. Anche l’aumento delle pensioni minime solo per un anno per gli over 75 avviene tagliando un mese di Reddito di cittadinanza.
Dunque la destra è diventata pro austerity e tecnocratica?
Sono stati prudenti su tutti i temi ma cinici come sono loro. Per mascherare una legge finanziaria in grande continuità con i governi precedenti stanno cercando di inserire temi che liscino il pelo al loro elettorato come questo scudo penale, il ritorno al contante o il condono su multe e cartelle.
Sul costo del pos per gli esercenti il governo qualcosa farà...
La vicenda è comunque lunare. A Giorgetti ho fatto notare che se avessero respinto il mio emendamento soppressivo sulle sanzioni per chi non accetta il pos, non avrebbero potuto più toccare quella materia. Vedremo ora cosa si inventeranno per non deludere i commercianti. Anche se nessuno si preoccupa degli italiani che pagano due euro di commissione alle banche per i prelevamenti bancomat. La verità è che il paese è migliore di come lo descrivono.
La vostra battaglia parlamentare produrrà effetti concreti?
Come gruppo Alleanza verdi-sinistra abbiamo deciso di utilizzare tutto il nostro «riparto» - 32 milioni, suddiviso in 8 milioni per il ’23, 12 nel ’24 e ’25 - sul dissesto idrogeologico. Dopo il dramma di Ischia è doveroso quanto meno finire la «carta geologica d’Italia» (Carg) indispensabile per il paese.
Lei in Piemonte si è sempre battuto per i diritti dei lavoratori. In parlamento riuscirà a farsi approvare qualche emendamento?
Le mie battaglie le ho portate tutte: riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, chiusura dei Cpr, salario minimo legale a 10 euro indicizzato. Emendamenti respinti ma votati almeno da Pd e M5s. Un’altra nota di speranza riguarda il congedo di maternità di 5 mesi che volevamo trasformare in congedo di genitorialità. Rispondendomi il governo ha ammesso l’esistenza di un gender gap di 600 euro mensili. Poi ha trovato la copertura sul 6° mese: potrà assentarsi dal lavoro l’uomo. In questo modo non togliamo la ricattabilità verso le donne, ma c’è più parità.

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