INTERNAZIONALE

Serbia e Kosovo sempre più vicini allo scontro

SPARI E BARRICATE ALZANO LA TENSIONE
FILIPPO ZINGONEserbia/kosovo

Diversi spari ed esplosioni si sono sentiti nella notte di domenica nel nord del Kosovo. Le tensioni tra Belgrado e Pristina non accennano a diminuire, dopo che sabato i cittadini serbo-kosovari hanno bloccato le strade nella regione di Mitrovica, in protesta per l’arresto di un poliziotto serbo. Da ieri sono chiuse anche le scuole della regione. Il presidente serbo Aleksandar Vucic, dopo un Consiglio di sicurezza straordinario, ha messo in allerta l’esercito e ha chiesto alla Nato la possibilità di schierare le truppe nel nord del Kosovo. La risposta di Pristina non si è fatta attendere: il presidente Albin Kurti ha accusato la Serbia di minacciare una nuova guerra con l’invio di truppe serbe in Kosovo e ha chiesto al contingente Nato presente sul campo di togliere le barricate dalle strade. Dopo le minacce di Belgrado, il ministro dell’Interno del Kosovo, Xhelal Svecla, ha decretato la chiusura dei due valichi di Jarinje e Bernjak al confine serbo. Gli appelli di Stati uniti, Regno unito e Ue affinché le barricate venissero rimosse sono rimasti parola morta. Josep Borrell ha affermato che «le barricate devono essere rimosse immediatamente». E ancora: «L’Ue non tollererà gli attacchi all’Eulex Kosovo o atti violenti e criminali», in rifermento a un presunto attacco di sabato notte a una pattuglia della missione Ue per lo stato di diritto.
F.Z.

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