INTERNAZIONALE

Nel mirino di Mosca l’acquedotto fra Dnipro e Mykolayiv

A KHERSON «LA RETE ELETTRICA È COLLASSATA»
SABATO ANGIERIucraina/Kherson

L’acquedotto che va da Dnipro a Mykolayiv passando per Kryvyi Rih e Kherson è da qualche tempo nel mirino dei bombardamenti russi. Negli ultimi giorni non solo sono state danneggiate le condutture che trasportano l’acqua potabile, ma uno dei tecnici che era impegnato nella sistemazione di un guasto precedente ha perso la vita.
NON SI TRATTA di un caso isolato: sia alla fonte, nella città industriale di Dnipro, sia all’altezza degli snodi urbani, i bombardamenti russi hanno danneggiato significativamente alcune stazioni della rete idrica pubblica. Il sindaco di Mykolayiv e il governatore regionale, infatti, negli ultimi tempi hanno più volte dichiarato allarmati che il secondo porto del sud sarebbe rimasto a secco. Anche perché, si consideri che Mykolayiv è da mesi in regime d’emergenza per quanto riguarda le forniture primarie. In primavera la soluzione che le autorità avevano ideato era quella di pompare direttamente l’acqua del mare mescolata a una piccola parte di acqua dolce. Tuttavia, oltre al saporaccio, il sale ha iniziato a corrodere le tubature creando problemi più a lungo termine. Ora però sembra che neanche questa soluzione potrà mettere al riparo Mykolayiv dalla chiusura parziale dei rubinetti.
NELLA VICINA KHERSON ovest recentemente liberata, il contesto non è più roseo. Il mese di novembre è stato caratterizzato dalla mancanza endemica di acqua e corrente (il gas ormai è un lontano ricordo). Ieri, il governatore dell'Oblast' di Kherson, Yaroslav Yanushevych, ha scritto su Telegram che a causa dei continui bombardamenti russi nel capoluogo la rete elettrica è collassata. Secondo Yanushevych, l’azienda energetica locale Khersonoblenergo sarebbe al lavoro per risolvere il problema ma una soluzione stabile sembra impossibile in quanto quasi ogni notte l’artiglieria di Mosca crea nuovi danni in città. Inoltre, non si dimentichi la grande paura suscitata dalle accuse ucraine ai russi di voler far saltare in aria la diga di Kakhovka. Un’operazione del genere avrebbe allagato molti dei villaggi fluviali lungo le coste del Dnipro, oltre a seppellire sotto tonnellate d’acqua interi quartieri di Kherson. Per ora ciò non è avvenuto anche se contemporaneamente alla ritirata delle truppe del Cremlino verso la sponda est del fiume i satelliti hanno diffuso le immagini di una piccola sezione della cornice di Kakhovka danneggiata, a quanto pare, da un’esplosione.
Eppure, ciò che stupisce è che sull’altra sponda del fiume, nella parte di regione di Zaporizhzhia occupata da Mosca, sembra che la situazione non sia rosea. Secondo l’Istituto per gli studi sulla guerra, un centro studi statunitense, le recenti manovre dell’esercito russo nella zona «suggeriscono che non è in grado di difendere le aree cruciali a causa dei crescenti attacchi ucraini». Dunque, secondo l’Isg i comandanti russi potrebbero decidere di ritirare il proprio personale militare dalle postazioni più vicine alla linea del fronte per ridurre l'impatto dei bombardamenti di Kiev sulle concentrazioni di uomini e attrezzature.
A PROPOSITO di spostamenti, il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, ha dichiarato ieri che la Russia ha trasferito ulteriori sistemi di difesa aerea al suo Paese. Lukashenko, inoltre, si è lanciato in una previsione tremenda sulla guerra in atto, affermando che causerà «la completa distruzione dell’Ucraina».
Anche gli Usa, secondo Politico, potrebbero spostare sistemi di difesa aerea da altri territori all’Ucraina. In particolare si tratterebbe dei Nasams attualmente di stanza in Medio Oriente che Washington vorrebbe fornire subito a Kiev per poi indennizzare i paesi d’origine con nuovi modelli nell’arco di due anni.

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