INTERNAZIONALE

Bombe su tutta l’Ucraina. 30 morti, anche un neonato

Mosca colpisce dopo che il Parlamento Ue dichiara la Russia «stato sponsor del terrorismo»
SABATO ANGIERIucraina/kiev

L’Ucraina è al buio e piange nuovi morti a causa dei bombardamenti di Mosca mentre il Parlamento europeo dichiara la Russia «stato sponsor del terrorismo». Da Leopoli a Kharkiv i pesanti attacchi di ieri hanno aggravato la già difficile situazione dei civili e già si inizia a parlare di nuove evacuazioni necessarie. Anche il bilancio dei caduti, la maggior parte civili, torna a essere significativo. Poco prima di sera secondo l’ufficio presidenziale di Zelensky i morti erano almeno 10 e i feriti oltre 30 distribuiti tra Kiev, Kherson, il Donetsk e la regione di Kharkiv. La notizia che ha fatto più scalpore, tuttavia, è la morte di un neonato nel reparto maternità dell’ospedale Vilnianska nei pressi di Zaporizhzhia. Secondo il governatore regionale locale, Oleksandr Starukh, i bombardamenti hanno ridotto in macerie diversi reparti della struttura sanitaria e alcuni pazienti sarebbero ancora sotto le macerie. La madre del piccolo deceduto, infatti, è stata estratta viva nel tardo pomeriggio.
ANCHE LA CAPITALE ha pagato un prezzo alto, sia in termini di vite umane sia di danni. I morti qui sarebbero almeno 4 e i feriti più di 12. Per la prima volta il sindaco, Vitali Kitschko, ha annunciato che l’erogazione dell’acqua sarà interrotta a causa dei danni alla rete provocati dalle bombe. Ma, anche se i tecnici «stanno lavorando per ripristinare le forniture il prima possibile», come ha dichiaro Kitschko, l’emergenza è tutt’altro che rientrata: in molte zone si lavora al buio a causa delle frequenti interruzioni di corrente. In precedenza il primo cittadino aveva esortato i civili a rimanere nei rifugi perché si temevano nuovi attacchi, che effettivamente poi si sono verificati, e si era spinto a dichiarare che «alcune zone di Kiev potrebbero essere evacuate» a causa dell’inagibilità di una parte significativa delle infrastrutture energetiche. «Questo è il peggior inverno dalla Seconda Guerra mondiale» ha dichiarato il sindaco al quotidiano tedesco Bild. E ha sottolineato anche che i residenti di Kiev dovrebbero prepararsi allo «scenario peggiore» per quanto riguarda l’imminente arrivo dell’inverno. «Ma non vogliamo che si arrivi a questo» ha concluso, non si sa se per consegnare un moto di speranza o perché realmente crede che i generatori di corrente e le donazioni estere basteranno a far fronte ai bombardamenti sempre più frequenti.
HA DESTATO molta preoccupazione, inoltre, il fatto che tre centrali nucleari ucraine – Rivne, Zaporizhzhia e Khmelnytsky – sono state scollegate dalla rete energetica ucraina e hanno subito un arresto d’emergenza. Secondo Energotatom, che ha diffuso la notizia, al momento gli impianti sarebbero tornati in funzione ma sono ancora isolate. Anche «la fornitura dell’energia necessaria alla centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata interrotta» spiega Energoatom, aggiungendo che l’impianto è andata in modalità «blackout totale» ed è stato collegato ai generatori diesel d’emergenza. Al momento «il livello di radiazione nel sito della centrale rimane normale».
Stando alle parole del primo ministro ucraino Denys Shmyhal, gli attacchi di ieri avrebbero causato danni per quasi 2 miliardi di dollari. Il presidente Zelensky ha poi dichiarato che «attaccando l'Ucraina oggi, la Russia dimostra di essere uno Stato terrorista». Dopo aver espresso grande soddisfazione per la decisione del Parlamento europeo, il leader ucraino ha anche dichiarato che la Russia «deve essere isolata a tutti i livelli e ritenuta responsabile per porre fine alla sua politica terroristica di lunga data in Ucraina e in tutto il mondo».
A STRASBURGO, infatti, i rappresentati Ue avevano da poco approvato una mozione presentata dal Partito popolare europeo, dai liberali di Renew Europe e dal partito conservatore Ecr, con la quale si definisce la Russia «stato sostenitore del terrorismo e stato che fa uso di mezzi terroristici». Il provvedimento è passato con 494 voti a favore, 58 contrari e 44 astenuti. Nonostante la grande maggioranza ottenuta, alcune voci, come quella di Massimiliano Smeriglio, coordinatore della Commissione per la cultura e l’istruzione, si sono opposte con fermezza alla decisione. «Con questa risoluzione» ha scritto Smeriglio, «si è fatto un salto di qualità dal mio punto di vista drammatico (…) il ‘cessate il fuoco’ deve essere l’obiettivo da perseguire (…) Ho votato contro perché indicare la Russia come un Paese terrorista è un punto di non ritorno che allontana invece di avvicinare una soluzione politica». «Così facendo» conclude l’europarlamentare che pure si è definito convinto sostenitore della resistenza di Kiev «in campo rimane solo l’opzione militare che colpisce in prima istanza la popolazione civile».

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it