VISIONI

Pablo Milanés, Cuba e le sue contraddizioni

LUTTI
MARCELLO LORRAIcuba/spagna/madrid

«Credo sia stato un errore definirci dei cantanti socialmente e politicamente impegnati e niente di più», diceva nel 2006 in un incontro con la stampa italiana Pablo Milanés, morto lunedì a Madrid, a 79 anni. «Noi da subito abbiamo coltivato il tema dell'amore così come qualsiasi altro tema. Quello che cercavamo era di fare una nuova poesia, che includeva tutte le tematiche: come la quotidianità di Cuba o l'amore e le sue contraddizioni». È il clima di effervescenza rivoluzionaria degli anni successivi alla vittoria di Castro che spinge la canzone cubana a rivolgere uno sguardo nuovo, con un linguaggio innovativo, moderno, all'insieme della realtà: realtà di cui fa parte la Rivoluzione, da trattare anch'essa con intelligenza poetica, che non può confondersi con la propaganda, l'enfasi, la retorica. Il movimento della Nueva Trova cubana, di cui Pablo Milanés è stato con Silvio Rodriguez la figura di maggiore spicco, porta a una sintesi inedita diversi elementi: la tradizione della musica cubana, che Pablito pratica cantando fin da bambino nei caffé dell'Avana; la sofisticata lezione del filin, un genere a cui si avvicina negli anni cinquanta, ma di cui poi sente l'esigenza di superare il romanticismo avulso dalla nuova situazione di Cuba; l'apertura internazionale, che va dal movimento mondiale della canzone di protesta a suggestioni come la musica barocca scoperta da Milanés attraverso il gruppo Swingle Singers.
MILANÉS FA EPOCA cantando l'aggressione americana in Vietnam, Che Guevara, il sacrificio di Allende, il legame con Cuba e la Rivoluzione, ma anche tante canzoni d'amore, come la struggente Yolanda. Popolarissimo in patria, assurto a emblema della nuova Cuba, dagli anni ottanta Milanés comincia ad esibirsi spesso all'estero e raggiunge una larga notorietà. In Italia nel '94 vien premiato dal Club Tenco e in un album le sue canzoni vengono interpretate fra gli altri da Paoli e Vecchioni. Residente da anni in Spagna, Milanés è tornato a Cuba l'ultima volta nel giugno scorso, per un concerto all'Avana davanti a migliaia di persone. Esploratore delle contraddizioni nei rapporti d'amore, Milanés non ha spinto il suo amore – sempre ribadito – per la Rivoluzione fino a tacere le sue opinioni critiche sulla realtà dell'isola, che negli ultimi decenni ha spesso espresso, prendendo anche posizione contro la repressione delle proteste popolari scoppiate nel luglio del 2021.

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