POLITICA

No Vax, il governo ci ripensa via la sospensione delle multe

Salta la modifica al dl Aiuti ter. Emendamento Pd per cancellare le norme anti rave
MARINA DELLA CROCEITALIA/ROMA

Governo in confusione anche sui No Vax. Almeno per ora non è prevista nessuna sospensione delle multe per quanti si sono rifiutati di vaccinarsi contro il Covid. Dopo averlo annunciato, facendo cantare vittoria al popolo dei renitenti al vaccino, l’esecutivo ha fatto ieri marcia indietro rinunciando a presentare tra gli emendamenti al dl Aiuti ter in discussione in commissione speciale della Camera, quello che riguarda il congelamento delle azioni previste per chi non è in regola con gli adempimenti vaccinali. Non è escluso che la proposta di modifica venga presentata in futuro in commissione dalle due relatrici del provvedimento, la leghista Vanessa Cattoi e Ylenja Lucaselli di Fratelli d'Italia, anche se tra le ipotesi circolate ieri c'era anche la possibilità di rinviare tutto a un provvedimento ad hoc. La proposta aveva ricevuto il via libera del Mef e puntava a sospendere fino al 30 giugno 2023 le attività e i procedimenti di irrigazione della sanzioni. L'emendamento potrebbe adesso rispuntare lunedì prossimo, quando la commissione speciale tornerà a riunirsi per votare tutte le proposte di modifica e licenziare il provvedimento.
TUTTO, O QUASI, da rifare anche per il decreto anti rave, provvedimento simbolo del governo di destra. Così com'è il testo licenziato dal primo consiglio dei ministri non va bene ed è quindi destinato ad essere riscritto dal parlamento. Ieri il dl è arrivato al Senato e nei prossimi giorni verrà assegnato alla Commissione Affari costituzionali. Per il 15 novembre, dopo la nomina dei presidenti della commissioni, la conferenza dei capigruppo deciderà il calendario dei lavori dando così avvio all'iter per la sua conversione in legge. Di sicuro alcuni dei punti più controversi sono destinati a essere riscritti. Opposizioni a parte, a esprimere le maggiori perplessità è stata Forza Italia contraria all’uso delle intercettazioni nelle indagini che riguardano gli organizzatori dei rave, ma anche che le nuove norme possano limitare il diritto di manifestare. Le ipotesi di modifica allo studio riguardano un abbassamento delle pene dagli attuali sei a quattro anni per chi infrange l’articolo 434 bis che introduce la nuova fattispecie di reato riguardante «l'invasione di terreni o edifici” in modo da escludere sia l'arresto immediato che l'uso delle intercettazioni. Ma anche «perimetrando» la fattispecie, scongiurando così che possa essere utilizzata anche per altre situazioni, come ad esempio l'occupazione di una scuola. La soluzione potrebbe trovarsi nell’indicare esplicitamente che le norme riguardano «i raduni musicali non autorizzati».
CHI NON VUOLE mediazioni sono le opposizioni, che puntano a una cancellazione del decreto. Il Pd ha presentato un subemedamento al dl Aiuti ter nel quale si chiede l'abrogazione totale delle norme e ieri la capogruppo all Camera Debora Serracchini ha chiesto a tutti i gruppi di sottoscriverlo. «Togliere di mezzo questo obbrobrio giuridico è solo un fatto di buon senso», ha detto. Contrari al decreto anti rave anche i sindacati, con i segretario di Cgil, Cisl e Uil che hanno chiesto un incontro al ministero dell'Interno Matteo Piantedosi.

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