VISIONI

«Sono un figlio», racconti d’autore esistenze e altre generazioni

RON, UN ALBUM DI INEDITI
STEFANO CRIPPAITALIA

Un album di nuove canzoni dopo otto anni che arriva a completamento delle celebrazioni per i 50 anni di carriera, anticipato in primavera da una doppia antologia nella quale Ron ha raccontato anni di musica e incontri importanti. Sono un figlio, su etichetta Le Foglie e il Vento e distribuzione Sony, è un album prezioso, fuori moda nel dilagante mainstream musicale che ha confinato la canzone d’autore italiana in una sorta di recinto per irriducibili fan. Ma l’artista emiliano è oltre queste logiche, e i tempi dilatati dalla pandemia senza più il confronto con il pubblico sono serviti a Ron per concepire un disco ancora più ricco di collaborazioni, tra gli altri di Maurizio Fabrizio, Bungaro, Niccolò Agliardi, Leo Gassmann e Giulio Wilson che ha messo la firma su uno dei pezzi più intriganti del disco I gatti. E c’è anche una presenza jazz importante, quella di Paolo Fresu che con la sua tromba sigla Un’astronave nel cielo. Tredici pezzi, tredici racconti di vita: «Si, sono un po’ come parti della mia esistenza. E non solo. Nella canzone che intitola il disco parlo dell’incontro fra i miei genitori durante la seconda guerra mondiale». In scaletta anche una cover di un artista irlandese Finneas O’Connell, Break my heart: «L’ho tradotta e adattata con il titolo di Quel fuoco insieme a mia sorella Enrica. Amo il modo di cantare di Finneas. È stata una delle scoperte più sorprendenti durante il lockdown».
CON LEO GASSMANN duetta in Questo vento: «È un bravissimo autore e ha una sua sensibilità. È’ venuto a registrare nel mio studio e i suoi pezzi mi sono piaciuti subito, così quando ho capito che questo brano poteva diventare anche un duetto gli ho chiesto se voleva farlo. E alla fine lui ha scritto la sua parte di cantato». Torna il rapporto padre e figlio: «Si, sono due generazioni distanti ma con la voglia di stare e di imparare l’uno dall’altro con la convinzione e la speranza che potranno disegnare un mondo diverso». Melodramma è la nota biografica del disco, i successi ma anche gli insuccessi: «Fa parte della vita: canzoni che ho scritto e che magari pensavo fossero accolte in modo migliore, e successi anche inaspettati. Mi è accaduto con Vorrei incontrarti tra cent’anni con cui poi ho vinto Sanremo». Una carriera dove si staglia inevitabile la figura di Dalla, reciproci scambi e l’incontro magico nel 2001 che ha portato a un tour insieme a Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e Pino Daniele: «Mesi indimenticabili perché siamo riusciti a diventare una band. Il clima era proprio quello di un gruppo coeso. Pino, aveva una sensibilità musicale incredibile».

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