INTERNAZIONALE

Lyman torna ucraina. 13 bambini morti in un attacco russo

Colpito il 25 settembre un convoglio di civili a Kupyansk. Le forzedi Mosca arrestano il direttore della centrale di Zaporizhzhia
SABATO ANGIERIucraina/Lyman (Donbass)

«Le nostre truppe si sono ritirate da Lyman». Quanto sarà costato fare una dichiarazione così al ministero della Difesa russo il giorno dopo il roboante discorso di Putin possiamo solo immaginarlo. Soprattutto, quanto sarà in difficoltà Shoigu, titolare del dicastero della Difesa e da settimane al centro delle critiche per la gestione del fronte in Donbass.
ANCHE IL LEADER ceceno, Ramzan Kadyrov, si è espresso sulla ritirata da Lyman criticando aspramente i comandanti russi. Sul suo canale Telegram ha lanciato un’invettiva contro Alexander Lapin, il comandante in capo del Distretto militare occidentale russo, reo di essere al suo posto solo grazie a una «raccomandazione». «Il nepotismo nell’esercito non porterà bene» ha chiosato a proposito delle decisioni di Mosca sulle nomine ai vertici dell’esercito. Non senza esortare il Cremlino a «prendere misure più drastiche» come «l’uso di armi nucleari tattiche». Si consideri anche che si tratta del primo dei «nuovi territori russi», istituiti dopo le annessioni di venerdì, che gli ucraini riconquistano e quindi, tecnicamente, sottraggono alla Federazione russa.
LYMAN era stata occupata a fine maggio dopo mesi di combattimenti alle periferie della città e bombardamenti incessanti al centro abitato. La sua importanza strategica è nota e origina dalla posizione sopraelevata rispetto a Slovjansk e Kramatorsk. Da qui, si temeva, i russi avrebbero potuto bombardare le cittadine simbolo del Donetsk ucraino anche con armi di corta gittata e, rischio ancora maggiore, riorganizzare le truppe per l’offensiva finale nel Donbass. Invece, non solo l’attacco definitivo non c’è stato, ma in tre settimane gli ucraini sono riusciti a riconquistarla senza penare troppo.
ORA, MOLTE TESTATE stanno diffondendo la notizia che in città sarebbero rimasti circa 5 mila soldati russi: si tratterebbe di 5 mila prigionieri di guerra. Alcune immagini aeree scattate dai droni di ricognizione ucraini e circolate sul web da giovedì sera, tuttavia, mostrano una lunga colonna di mezzi militari russi in uscita dalla cittadina in direzione di Zarichne a nord-est. Anche se si tratta solo di fotografie, sembra che la ritirata sia abbastanza ordinata e che non ci sia fumo di esplosioni o particolare premura nella fuga. Il che potrebbe significare, come diversi analisti affermano, che gli ucraini hanno preferito far uscire una parte dei russi da Lyman per evitare di dover gestire 5 mila prigionieri nel mezzo del Donbass con la guerra che sta entrando in una nuova fase.
A poca distanza, nella regione di Kharkiv, durante la giornata di ieri sono arrivate notizie sull’ennesima strage di questa guerra. Un convoglio di civili nei pressi dell’area recentemente liberata di Kupyansk, è stato attaccato dall’artiglieria russa e 24 persone, tra cui una donna incinta e ben 13 bambini sarebbero morti nell’attacco. Lo ha riferito il governatore regionale Oleg Synegubov precisando, tra l’altro, che i fatti si riferiscono al 25 settembre intorno alle 9 del mattino.
PIÙ A SUD, nella base dell’aeronautica di Belbek, a Sebastopoli, nel pomeriggio una densa colonna di fumo nero ha coperto il cielo. Secondo Mikhail Razvozhaev, il governatore di Sebastopoli, si tratterebbe di un aereo militare russo che si è schiantato in fase di atterraggio uscendo fuori pista prendendo fuoco. Diversi canali ucraini in rete hanno avanzato l’ipotesi che in realtà si trattasse di un deposito di munizioni o di un aereo carico di munizioni, ma al momento non abbiamo nessuna prova di questa seconda versione.
ANCHE A ZAPORIZHZHIA il «nuovo corso» russo ha fatto la sua comparsa e venerdì, intorno alle 16 il direttore della centrale nucleare al centro delle dispute dei due eserciti, Igor Mueashov, «è stato arrestato dalla pattuglia russa mentre si recava dallo stabilimento alla città di Energodar». Lo afferma il presidente stesso dell’agenzia nucleare ucraina, Petro Kotin. Kotin ha anche aggiunto che Murashov «ha la responsabilità principale ed esclusiva per la sicurezza nucleare e dalle radiazioni della centrale nucleare di Zaporizhzhia. La sua detenzione da parte dei ‘russisti’ mette a repentaglio la sicurezza operativa dell’Ucraina e della più grande centrale nucleare d’Europa». Anche l’Aiea ieri ha chiesto chiarimenti sull’accaduto.

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