VISIONI

Il treno dell’anima, la filosofia dello sciamano di Marianella

Duetti con Jovanotti, Ligabue, Giuliano Sangiorgi e Rocco Hunt
FLAVIANO DE LUCAITALIA

Da un quarto di secolo e più, un treno viaggia leggero, superando tutte le frontiere, imbarcando «ladri, santi, matti e gay», ospitando musicisti e migranti, parlando tante lingue diverse - l’esperanto, il griko, il fulani - con amici e rapper. «Volevo fare un omaggio a Soul Express, un pezzo scritto nel 1986 che ha marchiato tutta la mia carriera. Ho detto riviviamolo, riscriviamolo, io mi tengo la parte centrale, vediamo Rocco Hunt che ne pensa e Boomdabash se ha qualcosa da aggiungere ed è uscita questa versione, coi loro racconti e altri suoni. Posso dire che alla canzone originaria è stato fatto indossare un vestito nuovo, come se fosse nata in quest’epoca» – dice Enzo Avitabile, autore, cantante e polistrumentista, parlando del suo nuovo disco, Il treno dell’anima, distribuito da Believe sulle piattaforme digitali, che si richiama a quel brano per mettere insieme «un album virato verso il pop, canzoni italiane elaborate e vissute insieme nel periodo della pandemia, una raccolta di composizioni belle, un arcobaleno di colori, un disco dalle molteplici sfaccettature che ti fa compagnia».
Un disco di inediti e riletture, undici brani dialogando con artisti come Jovanotti, Giuliano Sangiorgi, Guè, Speranza e altri passando dal soul al jazz, dal rap alle melodie da tammurriata. Anticipato da due singoli, uno Fatti Miei con Biagio Antonacci, l’altro Salvami con Ligabue, è l’ultimo cd di questa trilogia d’incontri (cominciata con Lotto Infinito nel 2016 e Pelle differente nel 2018) e contaminazioni felici, la filosofia sonora preferita dello sciamano di Marianella (che ha cominciato accompagnandosi con James Brown e Afrika Bambaataa e arrivando alle attuali star Kamasi Washington e Marcus Miller), quella grande capacità di fare musica insieme meravigliosamente illustrata dal film di Jonathan Demme, Enzo Avitabile Music Life, passato alla mostra di Venezia già dieci anni fa.
«Si tratta di un’antologia di incontri impossibili, quelli che sulla carta non avresti mai scritti - continua Avitabile - Dieci anni fa avrebbero detto della collaborazione con Ligabue, generi troppo diversi, non si può fare. E invece collaborare con Luciano era un mio desiderio da sempre, mi piace molto. Il testo è partito da me e successivamente gli ho chiesto di scrivere la sua parte. Ma non ha toccato nulla, dicendo che sentiva le mie parole anche sue. Così è nato Salvami, la frase che tu dici all’altro. È il canto di un uomo che dal profondo della sua anima migrante si eleva sulle miserie e le speranze di tutti i giorni. È l’uomo che riconosce in un altro uomo sé stesso. È l’intera umanità che chiede a ogni singolo uomo di salvarla, rispettarla, prendersene cura. Salvami non è solo una canzone, ma un filo d’erba che spacca il cemento».
«SALVAMI» è sulla lunghezza d’onda delle preghiere laiche di Avitabile, vicine alla dolce nenia ‘E duorme stella, incisa per la colonna sonora del film televisivo «Natale in casa Cupiello», su Rai1, e l’appassionante Angelina, dedicata alla sua seconda figlia, liriche completamente in italiano. «Con un’altra voce amica, Edoardo Bennato, ci siamo misurati in un brano Uno di noi dove io sono poco Avitabile e lui è poco Bennato. Una canzone molto simile a Salvami, la difficile realtà che viviamo nel quotidiano. Abbiamo vissuto coltivando una speranza, oggi è stata sostituita da un’aspirazione, aspiriamo al meglio in questi tempi catastrofici. Avevamo una speranza perché c’era un movimento, c’era qualcosa che ci accarezzava come in una sorta di casa madre, tu sapevi di essere in una grande area culturale e politica, oggi è tutto maledettamente confuso. Uno di noi va sulle montagne di sale ancora alla ricerca di un punto di riferimento, un napoletano che si sbatte nel caos di metro e mezzi pubblici. È il disordine completo in prossimità di queste elezioni, dove il nemico del giorno prima diventa l’alleato del giorno seguente, un casino totale».
Reduce da un trionfale concerto a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli (documentato anche su Facebook e Youtube), il maestro sabato 24 si esibirà al teatro Verdi di Salerno riproponendo Napoletana, il disco che ha vinto il Tenco dieci anni fa, con un quartetto in formazione acustica fatto di violoncello, chitarra classica, tamburo, pentarpa. «Faccio un viaggio nelle armonie del cuore del barocco -Pergolesi, Cimarosa, Paisiello-, con gli occhi del passato lanciati nel futuro. Il mio? Ritornare a suonare coi Bottari di Portico, con Pippo Delbono, con le ricerche sonore al conservatorio».

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it