INTERNAZIONALE

Il contrattacco di Kiev: Nato, addestratori e intelligence Usa/Uk

Arrivata al confine russo, la controffensiva è un successo ucraino e occidentale. E col "Patto di sicurezza" arrivano anche i caccia
SABATO ANGIERIucraina/Kharkiv

«Non è l'Ucraina che ha attaccato Izium, ma la Nato» ha titolato il quotidiano russo Komsomolskaya Pravda a proposito dell’ordine di ritirata impartito alle truppe di Mosca nella regione di Kharkiv. In altri termini, anche l’opinione pubblica russa inizia a fare i conti con quella che si è delineata chiaramente come una sconfitta militare.
Non si tratta dell’esito finale della guerra, ma della battaglia per il controllo del nord-est dell’Ucraina. E non è detto che i russi non rispondano nel breve periodo, ma per il momento la situazione sul campo di battaglia dell’oblast di Kharkiv è del tutto favorevole a Kiev. Tanto da spingere l’esercito ucraino addirittura fino a Vovchansk, una cittadina a soli 3 km dal confine di stato con il territorio della Federazione russa. Vovchansk era stata occupata dagli invasori il 25 febbraio. Ieri la guardia di frontiera ucraina ha pubblicato sul proprio sito internet un video che mostra le truppe ucraine mentre rimuovono le bandiere e le insegne russe dagli edifici della città e la didascalia «Vovchansk è tornata a casa». A poca distanza, nel villaggio russo di Logachevka, il sindaco ha deciso di ordinare l’evacuazione dei civili in seguito alla morte di una persona sotto il fuoco ucraino. Lo riporta l’agenzia russa Tass.
FONTI UCRAINE non verificabili al momento insistono sul caos che sarebbe scoppiato tra i soldati russi e sulle presunte rese di interi manipoli che starebbero deponendo le armi. Il vice-ministro della Difesa ucraino, Hanna Maliar, ha dichiarato che il suo governo sta cercando di incentivare la resa dei nemici lanciando proiettili pieni di volantini prima dell’avanzata militare. «I russi vi usano come carne da cannone. La vostra vita non significa nulla per loro. Non avete bisogno di questa guerra. Arrendetevi alle Forze armate dell'Ucraina» sarebbe scritto sui volantini.
IN QUESTO CLIMA di generale ottimismo per gli ucraini il presidente Zelensky ha dichiarato che «la Russia ha superato il punto di non ritorno, deve essere sconfitta» chiudendo ancora una volta la porta ai negoziati. Sui quali il ministro degli esteri di Kiev, Dmitro Kuleba, ha rincarato la dose affermando che «i colloqui di pace con la Russia si svolgono solo sul campo di battaglia». Chissà se l’affermazione vale anche in caso di sconfitta.
Intanto si moltiplicano le indiscrezioni secondo le quali gli Usa avrebbero preparato a lungo gli ucraini alla controffensiva nell’est, sia dal punto di vista tattico-strategico sia fornendo addestramento ai militari dei corpi scelti di Kiev. E il Financial Times ieri è tornato sull’eventualità che Washington e i suoi alleati possano fornire aerei da combattimento all’Ucraina in una prospettiva di medio e lungo termine. Sempre ieri il capo di gabinetto del presidente ucraino, Andriy Yermak, e l'ex segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, hanno presentato il primo documento con le raccomandazioni sulle garanzie di sicurezza internazionali per l'Ucraina.
STANDO A QUANTO dichiarato da Yermak, il documento prevede la creazione del «Patto di sicurezza di Kiev», ovvero un «accordo su un partenariato strategico che unirà l'Ucraina e gli Stati garanti». Tra i garanti dell'Ucraina dovrebbero esserci, tra gli altri, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Polonia, Germania, Francia, Australia, Turchia. E Italia.
(s. ang.)

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