CULTURA

Storie di infanzia illustrata nell’Unione sovietica anni Trenta

AL FESTIVALETTERATURA, LA COLLEZIONE ADLER DI LIBRI PER BAMBINI
ARIANNA DI GENOVArussia/italia/mantova

Il più antico risale al 1922, vanta le preziose illustrazioni di Lebedev e racconta la storia un po’ fantasy di uno spaventapasseri che vola a New York dalla Russia, trasportato dai corvi e lì vivrà molte avventure selvagge, combattendo con bisonti, nativi americani e coccodrilli. Ma la collezione Adler di albi illustrati per l’infanzia ne sfoggia ben duecentocinquantasette, un tesoro strabiliante con una «biografia» altrettanto stupefacente. Si tratta infatti di una raccolta messa su con passione da una giovane coppia di architetti austro-tedeschi, gli Adler (Hans Edward e Hedwig Feldmann), sbarcati in Russia negli anni Trenta guidati dall’utopia di creare una nuova società in un mondo avverso al capitalismo.
NON RIMASERO LÌ A LUNGO, fecero molti spostamenti, viaggi e presero residenza in più luoghi: la loro collezione di libri per bambini in russo, ucraino (è una rarità assoluta) e yiddish, selezionati fa il 1930 e il 1933, veniva gelosamente conservata in una valigia. Sopravvisse così alla guerra e, dopo altri traslochi, arrivò in Inghilterra. Fu nel 1986, nella soffitta di un vecchio appartamento di famiglia che la figlia degli Adler, Susan McQuail, ritrovò quello scrigno di culture intrecciate. Nel 2020, poi, la decisione di donare il corpus di testi alla Biblioteca Braidense di Milano.
L’importante ritrovamento (più volte oggetto di mostre e studi) è il protagonista di un magnifico libro edito da Corraini (La collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933, pp. 352, euro 48) e sarà al centro domani di un incontro al Festivaletteratura di Mantova (ore 11, Teatro Bibiena), dal titolo Back in the Ussr? con James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera (che ha curato il volume insieme a Federica Rossi e John E. Bowlt) e Gian Piero Piretto, esperto di cultura russa.
«LA DONAZIONE è stata del tutto casuale - spiega Bradburne - , così come la nascita della collezione stessa, messa insieme in un brevissimo lasso di tempo da due giovani architetti idealisti. All’inizio, si pensava che i libri fossero stati raccolti come regali o souvenir, ma la ricerca condotta da Federica Rossi ha dimostrato che le scelte degli Adler erano influenzate dalla loro specifica formazione di architetti, dal lavoro di lei con i bambini e da quello di lui, oltre che dal fascino dell’Asia centrale. Inoltre, ci sono 85 libri - molti dei quali finora sconosciuti - in ucraino e tre in yiddish».
SONO ALBI che attraverso le illustrazioni (più importante dei testi) testimoniano il clima politico del momento (agricoltura, nuove città, animali, vita sociale, epopea del lavoro), senza escludere però le favole di Cechov e Tolstoj. «La collezione donata - spiega ancora Bradburne - è una delle poche di queste dimensioni e qualità in Italia e si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso l’infanzia in generale. Nel gennaio del prossimo anno, la biblioteca presenterà anche la raccolta appena acquisita di libri per bambini dell’architetto e designer austriaco Otto Prutscher, aprendo una finestra su Vienna e il Modernismo».

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